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INTERVISTA L’ad di fami e presidente federmanager

Fabio Vivian «Hai controllo dell'azienda se hai costruito un gruppo»

Fabio Vivian ad di Fami e presidente Federmanager Vicenza
Fabio Vivian ad di Fami e presidente Federmanager Vicenza
Fabio Vivian ad di Fami e presidente Federmanager Vicenza
Fabio Vivian ad di Fami e presidente Federmanager Vicenza

«Dietro a un successo non c’è il colpo di fortuna, ma una filosofia. La sorte aiuta, ma il risultato viene da lontano». È questo, secondo Fabio Vivian, il segreto di un’impresa champion. Tema del quale l’amministratore delegato della Fami di Rosà e presidente di Federmanager Vicenza parlerà durante l’incontro di domani alle 10 al Cuoa di Altavilla, intitolato appunto “Imprese champions: crescita e rappresentanza”.

Vivian, domani mattina rappresenterà un’azienda storica, oltre che champion.

Sì. La Fami è nata nel 1929 ed è una multinazionale tascabile, gestita dalla terza generazione della famiglia Bruno Milani, con cinque sedi in Italia e filiali in Svizzera, Austria, Germania e Polonia. Abbiamo due aree strategiche: arredamento industriale e allestimento veicoli commerciali, 500 dipendenti in tutto il mondo e 5.500 clienti attivi. Abbiamo chiuso il 2020 con 51 milioni di consolidato e probabilmente alla fine del 2021 arriveremo ben più in là, con un 80% del fatturato sul mercato nazionale. A fine agosto registravamo già un +54% sullo stesso periodo 2020. Stiamo insomma riuscendo a tornare a livelli ante-crisi e a superarli, con una crescita costante.

Cosa c’è dietro a questi numeri?

Un’azienda fortemente votata alla crescita. Vendendo un bene durevole dobbiamo continuamente trovare nuovi prodotti e mercati. E una logica di gestione dell’azienda che consiste in piani industriali chiari e formalizzati a medio-lungo termine e controllo di gestione molto puntuale per monitorare tre elementi chiave: gli obiettivi; le strategie declinate in termini di prodotto, mercato e tecnologia; l’organizzazione in termini di capitale umano e risorse. Queste tre linee sono settate annualmente rispetto ai piani industriali e ci siamo dotati di una serie di parametri che teniamo sotto controllo, che ci permettono di modificare il nostro modo di agire in breve tempo sui principali indicatori economici dell’azienda. In periodi di pandemia, se hai un’organizzazione di questo tipo riesci a superare le crisi.

Una delle parole che ha detto più volte è “controllo”.

Avere il controllo dell’azienda è fondamentale e non tutti ce l’hanno. Chi lo fa? I manager, che hanno in mano i numeri e le “chiavi” di questo controllo e che fanno squadra con gli imprenditori per raggiungere gli obiettivi del piano industriale. Questa è la filosofia del successo di un’azienda.

Ha nominato la pandemia, come l’avete affrontata?

Abbiamo fatto una scelta ben precisa: gli ordini c’erano, ma i clienti erano chiusi. Abbiamo dovuto decidere che strategia adottare per la produzione e le spedizioni e come affrontare la clientela alla ripartenza. La scelta è stata produrre e mettere a magazzino, cosa che ha pagato alla luce dell’aumento successivo delle materie prime, visto che ci siamo trovati un magazzino sottovalutato.

Perché un’azienda diventa champion?

Non basta il fatturato, ma lo diventa perché sotto ai risultati ci sono un gruppo, un management e una governance che hanno le idee chiare su dove vogliono portare l’azienda, sugli obiettivi da raggiungere, come farlo e con che tipo di organizzazione arrivarci. Nulla nasce dal caso. Dietro c’è tanto lavoro di progettazione, pianificazione di quello che è il business e di quali possono essere i risultati conseguibili. Se la Fami ha quasi 100 anni di storia è perché ha sempre guardato oltre, a dove poteva arrivare e su quale gruppo poteva contare, perché l’azienda è fatta di persone.

Management ma non solo.

Certo, io cerco sempre di accorciare la distanza dal personale. Il dipendente che ti suggerisce una modifica alla produzione ti accende la lampadina e ti porta a migliorare il prodotto, ma anche i tempi, la produttività, l’efficienza e l’efficacia dell’azienda. È fondamentale fare gruppo col personale e fare in modo che si crei quel clima per cui i dipendenti si immedesimano in ciò che l’azienda vuole portare avanti.

Maria Elena Bonacini