di Sara Marangon

I protagonisti della pizza sono i prodotti di stagione

Da Mario 14 nov 2020
Mario Scavullo, titolare della pizzeria "Da Mario". COLORFOTO ARTIGIANA Mario Scavullo, titolare della pizzeria "Da Mario". COLORFOTO ARTIGIANA

Una cosa accomuna tutto il comparto della ristorazione berica: la speranza che il Veneto, e quindi anche Vicenza e provincia, continui a essere considerato "zona gialla". Il periodo storico legato alla pandemia da coronavirus e i sempre più restrittivi Dpcm stanno mettendo in grandissima difficoltà tutto il settore, pizzerie comprese. E proprio queste ultime, protagoniste della seconda sfida volta ad eleggere "La pizzeria dell'anno", si stanno reinventando per cercare di sopravvivere al difficile momento. Ecco allora che le interviste ai protagonisti si sono trasformate in un canale di comunicazione non solamente riservato al prodotto in senso stretto, ma dedicato alle iniziative che i titolari stanno mettendo in atto per non abbassare le serrande dell'attività e per offrire comunque un buon servizio alla clientela in vista di tempi migliori. La chiusura dei locali alle 18, con il solo spazio riservato al take away o alle consegne a domicilio fino alle 22, ha rivoluzionato completamente il modo di operare dei ristoratori. Dunque, tra i criteri di valutazione per "La pizzeria dell'anno" si dovrà tenere conto non soltanto della bontà della pizza (seppur tante volte servita nel cartone), ma anche del nuovo servizio organizzato dai gestori per continuare a tenere aperto pur con tutte le limitazioni del caso. Per consultare la prima graduatoria provvisoria bisognerà pazientare ancora un po', ma nel frattempo invitiamo i supporter a non conservare per settimane i tagliandi raccolti, ma farli pervenire alla sede del giornale. Questo ci consentirà di fotografare e di intervistare i vostri beniamini come nel caso della pizzeria "Da Mario" in viale Dal Verme, in città.

 

DA MARIO. Aperta da cinque anni e gestita da Mario Scavullo e dalla moglie Sabrina Falda, la pizzeria ha sempre lavorato con l'asporto e con il take away. «Quest'anno abbiamo avuto una perdita di circa il 20-30 per cento, questo perché tra marzo e aprile eravamo aperti solamente da giovedì a domenica e adesso con le scuole chiuse non stiamo consegnando pizze in pausa pranzo - racconta Mario, che fa il pizzaiolo dal 1984 -. Con l'ultimo Dpcm siamo aperti dalle 18 alle 22, ma diciamo che il clou delle consegne è tra le 19 e le 21; c'è anche chi telefona a mezzogiorno per prenotare la pizza per la sera. D'altronde con i locali che chiudono alle 18, la gente torna a casa e cena prima». Le pizze sfornate "Da Mario" hanno tutte un impasto composto da farina bianca, farina integrale e semola di grano duro. Ne escono pizze classiche, con un bordo di media altezza. «Ultimamente sta andando molto radicchio e salsiccia, ma tra poco uscirà zucca, patate, pancetta e burrata - prosegue -. Desidero sfruttare questa intervista anche per ringraziare i tre ragazzi che si occupano delle consegne a domicilio; tra di loro c'è anche mio figlio. Sono loro che lavorano in prima linea a contatto con la clientela tra mascherine, casco e fino a pochi mesi fa anche guanti. Se c'è preoccupazione per il futuro? Inutile dire di no, speriamo di rimanere nella zona gialla e di superare questa pandemia il prima possibile».