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Pallone d'argento

Trap, famiglia e Milan "Nesta". Castegnaro cuore Alte: «Sono come il vino, più invecchia più è buono»

Il difensore centrale giallorossi ha 38 anni ma ancora molto da dare: «Dopo la promozione in Prima categoria sono rinato come calciatore»

«Sono come il vino, più invecchia, più è buono. L'importante è che non diventi aceto». Così Matteo Castegnaro, difensore dell'Alte Ceccato prima categoria, si presenta: trentotto anni, nato a Montecchio Maggiore, sposato con Giulia e papà di due bambini. E parlando della sua carriera calcistica: «Obbiettivi? No, sono semplicemente soddisfatto perché alla mia età non è facile continuare a giocare», spiega, raccontando come ancora oggi riesce a mantenere il ruolo di difensore in campo, che affianca al lavoro di direttore commerciale nell'azienda del suocero. E se nel cuore ha i colori del Milan, sul campo è orgoglioso di vestire la maglia giallorossa dell'Alte Ceccato: «Perché? Perché è un ambiente invidiabile, dovrebbe essere un esempio per molte società».

La sua passione per il calcio è nata fin da quando era piccolo, poi a otto anni ha dovuto premere il pulsante pausa per un po': «Ero un bambino magrolino, avevo bisogno di rafforzare la muscolatura e così mi sono iscritto a nuoto». Poi però, a 11 anni la passione torna a farsi sentire e così, l'avventura del calcio ricomincia. Nel 2006 passa al Trissino, nel 2008 al Tezze e nel dicembre del 2012 al Real San Zeno, giocando più di 86 partite. Nel 2022 approda all' Alte Ceccato, dove da ultimi in classifica sono riusciti ad arrivare ad un punto dai playoff «con un girone di ritorno da primato», come dice lui. Dal 2022 poi, Matteo Castegnaro viene riconfermato.

«Tutto è nato dal salto dalla seconda alla prima categoria - dice ricordando con orgoglio l'anno passato - l'allenatore è cambiato e io ho iniziato a giocare di più», è stato proprio questo "rivivere il campo" grazie a mister De Forni e Nicola Dal Maso, che ha risvegliato in Castegnaro la grinta che lo ha sempre contraddistinto, raggiungendo, in questa stagione, i tre gol segnati: «A 38 anni è una bella soddisfazione». La sua carica si distingue anche nelle canzoni stile Trap che ascolta prima di ogni partita, a massimo volume. «Sono un permaloso, ma anche altruista e per me le cose iniziate vanno portate a termine». Ed è proprio questo ultimo lato del suo carattere che lo porta ad affrontare questi anni di gioco sostenuto dalla moglie Giulia, che da sempre lo motiva: «Non ho mai giocato a calcio per il rimborso soldi ma perché è la mia più grande passione», racconta. "Il Nesta" suo nomignolo, nato dopo che Alessandro Perin, allenatore del Trissino, lo ha inquadrato con il ruolo centrale difensivo dal quale poi, non si è più staccato e che ha segnato "tutta la sua vita calcistica.