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Pallone d'argento

Provenzani, un "motorino" nell'Alte che sogna il salto: «Con questo gruppo fantastico punto alla promozione»

di Francesca Piovesan
Il 22enne con un passato a Valdagno e Chiampo si ispira a Barella: «La squadra è davvero molto unita. Motivazioni? Le trovo in allenamento»

«Il calciatore che stimo di più? Barella. E' un motorino». Anno 2001, ventidue anni, nato ad Arzignano, Andrea Provenzani è il centrocampista della prima squadra dell'Alte Ceccato di prima categoria. Provenzani ha uno spirito di squadra davvero indistruttibile. Tifoso dell'Inter "da sempre", come dice lui, e grande stimatore di Barella che dice essere "ovunque in campo" e questo, per lui, è fonte di grande ispirazione.

La stima verso il centrocampista dell'Inter nasce non solo per le sue abilità versatili, ma anche per un modello a cui Provenzani cerca di ispirarsi in campo, lavorando sodo e cercando di migliorarsi ogni giorno. Gli piace quindi essere presente e seguire il pallone. Non si definisce il più "casinista" del gruppo anzi, è la parte silenziosa ed umile della squadra che ai suoi occhi, è una vera e propria famiglia.

«La società è riuscita a creare un gruppo fantastico. Siamo tutti molto affiatati», riferendosi alla squadra dai colori giallorossi. La passione per il calcio è nata con il fratello con il quale condivideva la felicità di giocare con il pallone. Poi la passione da piccola onda è diventata un vero e proprio tsunami che lo ha portato prima a giocare nel Chiampo, poi nel Valdagno in prima squadra e ad oggi nell'Alte Ceccato. Un fuoco che gli parte da dentro, quello verso questo sport, e che, a suo dire, lo motiva a puntare sempre più in alto. «Il mio obbiettivo è quello di provare a vincere quest'anno - riferendosi alla classifica che li vede, al momento dell'intervista, secondi, ad un passo dalla prima - la nostra forza sta nel crederci sempre, fino alla fine».

Una forza questa, che permea il suo forte spirito di squadra. Provenzani, non solo crede nel gruppo creatosi negli anni, ma anche negli allenamenti che precedono ogni partita: «Non ho un rito scaramantico o una frase motivazionale, per me la motivazione viene dalla carica che ci diamo ogni settimana in campo». Nonostante il lavoro come rappresentate idraulico in un'azienda vicentina, quando entra in campo, la sua testa è tra le due porte, senza vie di mezzo.

«La sportività deve essere sana sì, ma presente», racconta, con l'energia che lo contraddistingue. Un'energia che, nonostante la sua giovane età, gli fa mantenere la testa sulle spalle e affrontare ogni giorno le sfide che gli vengono poste, fuori e dentro al campo.