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Pallone d'argento

«Noi c'abbiamo Checco gol». Dalle sfide interminabili da bambino agli assist per il Cassola Alberton, fantasia al potere

Due porte improvvisate, un campo senza righe delimitato da muri e marciapiedi oppure, se andava bene, un campetto in terra battuta che dopo la pioggia diventava una piscina di fango. «Se dovessi descrivere la mia infanzia, partirei dalle partite con i miei cugini, improvvisate ovunque ci fosse la possibilità di allestire due porte dai contorni immaginari. Sono stati anni di sfide epiche, di partite che duravano pomeriggi interi, di pantaloni strappati e conseguenti urla domestiche, di palloni finiti sotto le automobili. Ma quanto era bello?».

Fantasia al potere, dal racconto di Francesco Alberton, classe 1998, trequartista del Cassola che anche quest'anno sforna assist e gol. «Ho un fratello gemello, Matteo, che viene spesso allo stadio a seguire le mie partite e fra di noi c'è un legame molto forte, come con tutta la mia famiglia. Sugli spalti poi c'è sempre la mia fidanzata e quando segno oppure quando al triplice fischio riusciamo a portarci a casa la vittoria, un bacio e un sorriso vanno sempre in direzione delle gradinate dove so che c'è chi mi vuole bene». Una passione per il calcio che nasce in Francesco fin da piccolo, quando con occhi sognanti e ammirati vedeva giocare il papà e il fratello maggiore Riccardo.

«Ho 26 anni, non sono della generazione che ha vissuto il calcio degli Anni 80, ma mi sarebbe piaciuto. Il calcio moderno è veloce, è fisico ed è frutto di un'evoluzione che va accettata, ma non vorrei che si perdesse un po' della sua magia». Tifoso della Juve, Francesco Alberton ha vinto insieme ai suoi compagni del Cassola lo scorso campionato a suon di prestazioni da incorniciare e infatti, alla domanda su "quale sia la partita più bella della tua carriera", il 26enne risponde da vero uomo-squadra. «Tutta la scorsa stagione, sia nelle vittorie che nelle sconfitte. È stata un'unica lunghissima partita iniziata a settembre e finita a maggio in cui tutti noi abbiamo fatto qualcosa di indimenticabile».

Colonna sonora della stagione trionfale del Cassola è stato un coro... con "Checco Alberton" protagonista. «Sì, in effetti il coro "Che ce frega, che ce importa, noi c'abbiamo Checco goal" mi ha dato molte volte la carica per riuscire a mettere in campo il 101% di quello che potevo dare». Gli allenatori? «Da ognuno ho imparato molto ma l'allenatore che forse mi ca capito meglio è Manolo Destro».

Alex Iuliano