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Pallone d'argento

Luca Tartaro, il gol è un bel ricordo con tanto di esultanza “stile impastatrice”

di Stefano Angonese
Classe 2000, terzino a tutta fascia, per la terza volta è stato scelto come candidato al Pallone d’Argento dalla società giallorossa a cui è legato dal 2018
Terzino del Belvedere Luca Tartaro si muove a tutta fascia
Terzino del Belvedere Luca Tartaro si muove a tutta fascia
Terzino del Belvedere Luca Tartaro si muove a tutta fascia
Terzino del Belvedere Luca Tartaro si muove a tutta fascia

Una stagione a metà. Per Luca Tartaro e, in qualche modo, anche per il suo Belvedere. Classe 2000, terzino a tutta fascia, per la terza volta è stato scelto come candidato al Pallone d’Argento dalla società giallorossa a cui è legato dal 2018. La passione per il calcio, anche per lui, affonda le radici in famiglia.

«Decisivi papà Michele che mi ha dato l’input e nonno Mario che mi accompagnava agli allenamenti. Ho iniziato il mio percorso dal Tezze per poi passare fino ai 14 anni nel settore giovanile del Cittadella. Quindi Rosà, Quadrifoglio e, infine, Belvedere. Nasco esterno alto, ma in prima squadra c’era bisogno di un terzino e così mi sono reinventato in quel ruolo. Non ho proprio il fisico da difensore, cerco di puntare sulla capacità di spinta; la corsa è il mio punto di forza». 

Grinta, gamba e fiato non gli mancano, qualche gol in più sì

Non segna infatti dal 25 ottobre 2020, peraltro la rete decisiva nel 3-2 al Transvector, l’ultima partita prima della sospensione del campionato per la seconda ondata pandemica. La prima gioia, invece, la ricorda per l’esultanza. «Mi sono ispirato a Kingsley Coman che con la mano aveva mimato un vortice. Al tempo lavoravo come pasticcere e sapendo che tra gli avversari giocava Farina mi sono detto «se segno, esulto riproducendo il movimento di un’impastatrice». E andò bene!».

Inizia male, e non solo per il ko nel derbissimo di coppa contro il Real Stroppari, questa stagione. «In tanti anni non avevo mai fatto i conti con problemi fisici e, invece, l’infortunio al gomito patito all’esordio mi è costato praticamente tutto il girone di andata. Dura guardare gli altri dalla tribuna». 

“Belve” da salvezza 

Una stagione a metà, perché il rientro coincide con l’ultimo turno prima della sosta, ancora una volta contro il Real. E una stagione a metà vale anche per il “Belve”. «L’obiettivo non era certo trovarci nell’attuale posizione di classifica; evidentemente ci è mancato qualcosa, anche se le prestazioni ci sono state. Ora pensiamo a chiudere al meglio, centrando di raggiungere in fretta il traguardo della salvezza».

Nel tempo libero Tartaro ascolta musica (“trap italiana in particolare”), ha una piccola collezione di vinili e sta scoprendo il padel assieme ai compagni di squadra. «Non sono bravissimo, il migliore è “Bobe” (Alberto Bertoldo)». E appena può si mette in viaggio, con la famiglia o la fidanzata Irene. «Prossima destinazione Bilbao. Culture, città e popoli da scoprire, ma comunque cerco sempre di abbinarci anche qualcosa a tema calcistico». Gira e rigira, insomma, si finisce sempre lì.