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pallone d'argento

Lazzarotto punta in alto con le Pantere del San Pietro e ripensa ai tanti anni con il Rosà. «Mi sentivo a casa e ho fatto la storia»

di Edoardo Cavalli
L’attaccante ha indossato la maglia dei Canarini per dodici stagioni consecutive e adesso si sta prendendo delle belle soddisfazioni in Prima
Classe 1988 Nicolò Lazzarotto calca da tempo i campi del Bassanese: la sua lunga carriera si è divisa tra Rosà, Eurocassola e San Pietro Rosà
Classe 1988 Nicolò Lazzarotto calca da tempo i campi del Bassanese: la sua lunga carriera si è divisa tra Rosà, Eurocassola e San Pietro Rosà
Classe 1988 Nicolò Lazzarotto calca da tempo i campi del Bassanese: la sua lunga carriera si è divisa tra Rosà, Eurocassola e San Pietro Rosà
Classe 1988 Nicolò Lazzarotto calca da tempo i campi del Bassanese: la sua lunga carriera si è divisa tra Rosà, Eurocassola e San Pietro Rosà

Se il San Pietro Rosà sta vivendo una stagione da sogno lo deve anche a Nicolò Lazzarotto, attaccante classe 1988 e capace di andare a segno ben 9 volte. Arrivato in estate, ha portato con sè un grande bagaglio di esperienza.

La passione fin da piccolo

«Ho avuto la passione fin da piccolo, in famiglia tutti seguivano il calcio e tifavano per una squadra diversa. Alla fine ho scelto la fede rossonera. Poi avendo amici che giocavano è stato uno stimolo in più. Per me è un gioco di squadra che ti porta ad avere molto soddisfazioni e a volte delle delusioni. Non so se riuscirei a stare senza, mi viene male ogni volta che penso “è l'ultimo anno”. È anche condivisioni di momenti e grazie al pallone ho conosciuto tantissime persone importanti per me».

Le doti tecniche

Prima punta, sfrutta il fisico, bravo di testa, buon tiro e gioca molto per la squadra: «I gol per me non sono mai stati un'ossessione, quest'anno non mi sono posto una quota da raggiungere l'unico obiettivo è vincere per la squadra poi se arrivano anche quelli ben vengano».

Una lunga carriera

Una carriera lunga per Lazzarotto divisa tra Rosà, Eurocassola e San Pietro; ed è proprio con i primi che ha stabilito un record. «A Rosà ho fatto la storia, forse nessuno come me ha giocato così tante stagioni consecutive (ben 12 ndr). Potevo andare via prima ma era come stare a casa. Ho avuto la possibilità di andare in Eccellenza ed è stata una grande esperienza. Un rammarico è non aver cavalcato prima l'onda di salire di categoria, non ho sfigurato per quello che ho fatto però potevo andare su un po' prima. Il salto in Prima è stato un rimettersi in gioco, una sfida e ho accettato molto volentieri».

Una motivazione in particolare l'ha spinto ad accettare ovvero la voglia di far bene da parte della società. «Sono molto ambiziosi secondo me, ho ritrovato compagni di squadra con cui avevo già giocato come Luca Gallina mio grande amico, ho avuto l'occasione di stare con Gianluca Caciotti e Nicola Baggio che sono dei bei giocatori. Al San Pietro sono organizzati, fanno le cose fatte bene anche rispetto a società di categorie più alte. Mi ricorda la famiglia quando sono arrivato a Rosà».

Un occhio alla classifica

Le “Pantere” possono ancora puntare al secondo posto. «Con il San Gaetano siamo andati sotto dopo 30” e non abbiamo affrontato la partita con il giusto piglio, mentre con l'Altivolese abbiamo preso un gol nel finale giocando in dieci. C'è molto rammarico perché se le avessimo vinte entrambe si poteva ancora sperare nel primo posto avendo degli scontri diretti abbastanza importanti. Ce la giochiamo fino alla fine».