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Pallone di bronzo

Infortuni, cadute e tante risalite Patruno non molla mai: «Troppi guai fisici in carriera ma ora penso solo all'Ospedaletto»

Ci sono giocatori che appena li vedi con il pallone tra i piedi capisci subito che avranno un gran futuro ma nel momento in cui stanno per spiccare il volo subiscono un brusco stop. E' il caso di Alessandro Patruno, giovane promessa condizionata purtroppo dai tanti infortuni che ne hanno limitato il suo percorso di crescita. «Mi sono lesionato un bel po' di volte compresa questa stagione il quadricipite, ho avuto pubalgia e vari stiramenti. Nel momento migliore in cui ero in categorie maggiori rispetto ad adesso ed ero più giovane, sono stato fermo e ho perso varie opportunità quindi ho fatto un passo indietro fisicamente e mentalmente. Praticamente ho ricominciato da capo».

Ripartire da zero non è mai facile, soprattutto se dall'Eccellenza fai un salto indietro fino alla Terza categoria e devi pure cambiare casacca. Anche quest'anno nonostante un buon avvio con 6 reti, è dovuto rimanere fermo a lungo: «Nella prima parte di stagione stavo avendo delle soddisfazioni, a dicembre mi sono fatto male e sono rientrato un paio di partite fa ma sono calato d'intensità perché la lesione non si è mai rimarginata del tutto. Sono dispiaciuto perché ero partito davvero bene e non sono più riuscito ad aiutare la squadra».

Patruno arriva da un contesto e un ambiente completamente diverso, avendo mosso i primi passi al sud con la casacca Foggia Incipit, per i più vecchi un nome che non suona nuovo visto che il 31 gennaio 1965 i Canarini di Oronzo Pugliese battevano la pluripremiata Inter guidata dall'allenatore Helenio Herrera per 3-2. «Al sud è un calcio molto più dinamico, veloce e aggressivo». Adesso veste la maglia neroverde dell'Ospedaletto, una squadra ancora in costruzione.

«Dopo tanti anni è rinata, è una società fatta da persone molto brave sia i dirigenti, il mister e i compagni. Abbiamo tanta qualità purtroppo all'inizio nessuno di noi si conosceva quindi abbiamo avuto parecchie difficoltà nella prima parte poi è andato sempre meglio. A livello di risultati potevamo fare di più, siamo partiti molto bene poi c'è stato un crollo. Sono comunque contento perché in queste categorie conta il gruppo ed è bello stare insieme, allenarsi con voglia e avere stimoli». Ha provato molti ruoli, anche il terzino, ma quello che gli si addice di più è l'attaccante in particolare l'esterno alto di sinistra». Si sta laureando in scienze motorie e nel frattempo già lavora. Non c'è solo il calcio nella sua vita però: «Mi piacciono anche il basket e il tennis».

Edoardo Cavalli