<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Pallone d'argento

Dal quartiere al campo da calcio, Tommaso sull'altalena in Riviera: «Con l'ultima vittoria e i miei assist possiamo svoltare»

di Maria Elena Bonacini

Ha iniziato a giocare nella Riviera Berica da piccolino e dopo una lunga parentesi nelle giovanili dell'allora Fimarc, è tornato a "casa" per contribuire a far ripartire la società del suo quartiere. E la sua gioia più grande è stata indossare la fascia di capitano.Per Tommaso Ferrarin, esterno classe 2001, la Riviera Berica non è solo una squadra di calcio, ma «una famiglia, dove la prima squadra è formata in buona parte da amici con cui ci si trova anche fuori e i nuovi arrivati vengono subito accolti e dopo due allenamenti sono parte del gruppo».Lì, appunto, si è avvicinato al calcio, sua grande passione, quando frequentava la seconda elementare. «Dopo - racconta - sono passato alla Fimarc, dove sono rimasto fino agli Juniores. Al momento del passaggio in Prima squadra, però, nonostante avessi l'opportunità di giocare là in Prima Categoria, ho scelto di tornare alla Riviera Berica, appena rifondata, partendo dalla Terza. Era la società che mi aveva cresciuto e ho fatto una scelta di cuore. Poi siamo saliti in Seconda e arrivati in finale di coppa e ho scelto di restare dove sono i miei amici».

La scorsa stagione, in Seconda, è stata complicata, con una salvezza agguantata all'ultima giornata «anche grazie al risultato di un'altra gara. È brutto salvarsi così, ma allo stesso tempo, è stato un momento emozionante». Quest'anno, nonostante una buona partenza, la stagione si è rivelata altalenante e il 2024 è iniziato piuttosto male. «L'abbiamo aperto con una lunga serie di sconfitte - continua - ci voleva una vittoria, che è arrivata mercoledì sera, adesso deve essere la svolta».Il suo ruolo, praticamente da sempre, è quello di esterno di centrocampo a tutta fascia, sia destro che sinistro, «anche se recentemente sono stato spostato un po' più avanti, in modo da avere più occasioni per entrare in porta, fare assist e segnare. Nelle ultime stagioni sto facendo meno gol, ma il mio punto di forza è soprattutto far andare in rete i compagni».

Il suo idolo? «Sono cresciuto tifando Juventus ed è da sempre Del Piero, di ci ho anche la maglietta. Ma tifo anche Vicenza e quando riesco vado in curva. Mi hanno portato gli amici e mi sono innamorato del clima, quindi quando non gioco vado sempre».