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Pallone d'argento

Carattere di... Ferro. Il brutto stop non ferma l'amore per il calcio

di Francesca Piovesan
Il grave infortunio al ginocchio ha stoppato il capitano della Fides: «Il Pallone d'oro è un ringraziamento della società nei miei confronti»

«Il pallone d'oro? È un ringraziamento. La Fides è casa mia». Quarant'anni, sposato, papà di due bambine, abita a Grantorto ed è stato il difensore centrale della prima squadra del Fides San Pietro in Gù. E' stato, al passato, perché ad oggi si ritrova a fare i conti con un brutto infortunio al legamento crociato collaterale esterno. Ma prima di quel giorno, qualche soddisfazione è riuscita a togliersela, come racconta lui, ma facciamo qualche passo indietro... La passione per il calcio nasce all'età di sei anni, quando suo padre lo portò ai primi allenamenti a Grantorto.

L'esperienza in C2 col Thiene

Dopo essersi innamorato del pallone è passato alla squadra della Luparense e del Camisano, per arrivare in serie C poi con la squadra del Thiene. Dopo l'esperienza in serie C, Ferro è tornato prima al Camisano, per poi stabilirsi al Fides San Pietro in Gù. «La Fides è la mia seconda famiglia, credo che questa nomina per il concorso sia un ringraziamento», spiega, ricordando la sua fascia da capitano nella squadra di seconda categoria. Il suo sogno da bambino era quello di diventare un calciatore professionista, poi però, rimasto un desiderio che ha chiuso in un cassetto. Se ad oggi si guarda indietro vede grandi soddisfazioni e momenti indimenticabili vissuti in campo. «Ho vestito negli ultimi tempi la fascia da capitano un po' per la mia esperienza e un po' per il mio carattere», descrivendosi come un vero e proprio "testardo che non molla mai".

E proprio per questo suo lato distintivo ha provato più volte a tornare in campo dopo l'infortunio: «Ho provato - dice - ma so a malincuore che questo segnerà la chiusura di un grande capitolo». Nonostante per lui la carriera calcistica abbia subito un brusco finale, nulla si è rovinato dei suoi ricordi e piccole soddisfazioni. La sua frase motivazionale? «L'unione fa la forza, sempre» un valore che spesso ha cercato di tramettere anche ai ragazzi più giovani. Ad oggi però la passione non è diminuita, anzi. I valori e l'amore per il pallone che lo hanno sempre seguito sono punti fermi che lui stesso ad oggi fa sentire dagli spalti, come se fosse in campo, come se non fosse mai cambiato niente. Perché spesso, come nel caso di Ferro, ciò che nella realtà muta, nel cuore non muta mai, ed è quello che fa la differenza.