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La storia

Se la felicità è un pallone, Capitanio sogna in grande

di Francesco Meneguzzo

Datemi un pallone e sarò per sempre felice. Si potrebbe sintetizzare semplicemente così il pensiero di Filippo Capitanio, punto di forza dell'Unione La Rocca Altavilla (Eccellenza) che confessa di essere legato al mondo del calcio da una sorta di amore viscerale. Ed effettivamente, scavando un attimo in profondità risulta chiaro che stiamo parlando di un ragazzo cresciuto a pane e pallone. Dopo essersi forgiato le ossa tra le giovanili della Sampdoria e del Vicenza, il Maldini (idolo al quale dice di essersi sempre ispirato oltre ad Ambrosetti) giallonerobiancoblu ha vestito la casacca del Lane tanto da aver esordito in Serie B nella stagione 2011/2012, sotto la gestione Baldini e poi Cagni, nella gara contro il Pescara.

Il passaggio al Pontedera

Successivamente il passaggio al Pontedera dove vince un campionato di Lega Pro al quale fanno seguito i trasferimenti a Reggio Emilia, Como, Sant'Arcangelo, Cesena, Teramo, Ravenna, prima di scendere nella massima categoria dilettantistica dove fa esperienza ad Avellino (squadra con la quale centra la promozione in Lega Pro oltre che vincere la poule scudetto), Adriese, Vastese e Forlì. E dopo innumerevoli battaglie sportive la fiammella della passione per l'ormai 30enne arde a più non posso. «Ho tirato i primi calci al pallone con mio fratello Giancarlo e mio cugino Riccardo e da quel momento penso di essere stato stregato... ancora oggi mi diverto come un matto a giocare. Guardando al mio futuro la mia speranza ovviamente è quella di poter rimanere nel mondo del calcio magari svolgendo il ruolo di collaboratore a qualche allenatore».

Il futuro era nel mondo dei motori

E pensare che papà Moreno avrebbe voluto indirizzare il figlio verso il mondo dei motori... «Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia di sportivi; mia mamma infatti Francesca ha giocato a pallavolo mentre mio padre essendo sempre stato appassionato di moto e macchine inizialmente voleva avviarmi su quella strada. Ricordo di essere andato pure a fare una prova con un kart ma una volta sceso dal piccolo veicolo ho detto subito a mamma che preferivo andarmi ad allenare con il mio compagno di scuola Mario... da lì insomma è partito tutto e pure papà alla fine s'è appassionato a questo splendido sport».Parlando dei suoi anni passati nel professionismo Capitanio spiega.

«Conservo splendidi ricordi di tutte le esperienze fatte, penso però che le emozioni provate nel giorno in cui ho vinto il campionato a Pontedera ma soprattutto nel quale ho esordito in cadetteria con il Vicenza sono state un qualcosa di magnifico, sembrava quasi di vivere un sogno».Adesso il presente per il talentuoso difensore si chiama Unione La Rocca: «Penso che aver accettato la proposta dell'Unione - un ringraziamento lo devo fare anche a Gabriele Savino - sia stata la scelta più azzeccata che potessi fare; non è per fare retorica ma qui ho trovato quella famigliarità e quella voglia di fare bene che da cercavo. Ormai Altavilla la sento un po' come casa mia e spero che assieme potremo toglierci il maggior numero possibile di soddisfazioni...non sarebbe male, ad esempio, un giorno approdare in Serie D».