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Pallone d'Argento

Elia Camerra, prima la salvezza e poi la gabbia con lo squalo

di Stefano Gobetti
Il difensore si è assicurato la permanenza in Prima categoria con il Brendola e ora punta alla "vacanza selvaggia" con immersione per vedere l'animale da vicino: «Un mio sogno»
In famiglia: Elia Camerra col fratello Stefano (che gioca a centrocampo)
In famiglia: Elia Camerra col fratello Stefano (che gioca a centrocampo)
In famiglia: Elia Camerra col fratello Stefano (che gioca a centrocampo)
In famiglia: Elia Camerra col fratello Stefano (che gioca a centrocampo)

La società di calcio come una seconda famiglia, si suol dire. Solo che nel caso di Elia Camerra, terzino destro e all'occorrenza difensore centrale del Brendola, comprende anche buona parte della prima, di famiglia. In biancoazzurro infatti Elia ritrova il fratello Matteo centrocampista e il papà Stefano, vicepresidente e main sponsor.

Pregi e difetti del giocatore

«Tra i pregi - risponde - direi la velocità e l'attenzione nelle fasi del gioco. Tra i difetti, se così si può dire, quello di essere leggero fisicamente. In epoca Covid mi sono rotto il crociato anteriore del ginocchio destro ma la forza di volontà di ritornare a giocare è stata più forte di tutto». Elia Camerra lavora con il fratello nell'azienda di famiglia. «Fuori dal campo - riprende - tra me e Matteo c'è sempre stato un rapporto molto sereno e tranquillo, sia nell'ambito lavorativo nel quale collaboriamo ormai da 7 anni ma anche quando eravamo più piccoli. In campo invece mi deve sopportare parecchio, lui e anche i miei compagni, perché sono un martello pneumatico nel fare le osservazioni quando le cose non vanno bene».

Il papà è dirigente

Il fatto di avere papà Stefano come vicepresidente della società è più un privilegio o una responsabilità? «Ovviamente una responsabilità - sottolinea Camerra - perché ti porta a dover dimostrare ogni domenica che quando vieni scelto come titolare non è per una sorta di raccomandazione ma perché il mister crede che tu meriti quel posto». Il Brendola ha fatto un gran finale di campionato con 8 vittorie in 9 gare. A cosa è dovuto questo exploit? «Personalmente dopo la vittoria con l'Illasi, la prima di questo filotto, ho pensato, guardando il calendario, che forse potevamo salvarci direttamente. Questo perché il gruppo c'è sempre stato e ci mancava solo la scintilla, la vittoria giusta, per dare l'avvio alla rimonta. Poi il successo in casa della capolista Poleo ci ha dato una spinta pazzesca. Certo non pensavo che la quota salvezza alla fine potesse essere così alta».

La società e la salvezza?

La società aveva promesso qualcosa in caso di salvezza? «No, ma d'altra parte non ci hai mai messo nessun genere di pressione. Comunque dopo la vittoria col Valdalpone abbiamo chiesto il premio (e ride). Ora è inevitabile uno sguardo al futuro... «Se fosse per me - dice Camerra - confermerei tutti anche se capisco che chi ha giocato meno possa cercare nuove esperienze. Visto che Filippo Cailotto si ritira direi che un difensore centrale lo porterei a casa».Un'occhiata al calcio professionistico: Camerra è tifoso dell'Inter, e i nerazzurri sono attesi dalla semifinale di Champions con l'Inter... «Nel mio cuore sapevo che l'Inter sarebbe passata col Benfica e quindi adesso cercherò di procurarmi i biglietti per la semifinale che vedo dall'esito molto incerto. Anche se Inzaghi prepara molto bene le partite secche». E per quel che riguarda infine le vacanze? «Un viaggio in Sudafrica, un paese tutto da scoprire. Il mio target per le ferie è "vacanza selvaggia": infatti farò l'immersione con la gabbia per vedere lo squalo bianco da vicino, è sempre stato un mio sogno».