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PALLONE D'ARGENTO

Ecco Urbani, il «casinista» che può salvare il S. Pietro

di Stefano Gobetti
L'attaccante gioca nella compagine neroverde assieme al fratello Alberto, che è un mediano
Classe 2000: Nicola Urbani è uno dei punti di forza del Montecchio San Pietro, formazione di Prima categoria
Classe 2000: Nicola Urbani è uno dei punti di forza del Montecchio San Pietro, formazione di Prima categoria
Classe 2000: Nicola Urbani è uno dei punti di forza del Montecchio San Pietro, formazione di Prima categoria
Classe 2000: Nicola Urbani è uno dei punti di forza del Montecchio San Pietro, formazione di Prima categoria

«Il ragazzo più casinista dello spogliatoio? Probabilmente sono io - sorride Nicola Urbani - però non da solo, mi aiutano anche Schiavo e Maccà a tenere su l'ambiente». E non solo quello, visto che Nicola con i suoi 12 gol in campionato (suo nuovo record stagionale) sta provando a tenere su il suo Montecchio San Pietro nella lotta per la salvezza. «Dal punto di vista personale mi ritengo contento della mia annata e del bottino di reti - commenta l'attaccante classe 2000 - però dal punto di vista della squadra non posso dire la stessa cosa visto che siamo sempre stati invischiati nella lotta per non retrocedere. Anche se sapevo che sarebbe stato un campionato più tosto rispetto all'anno scorso. Adesso speriamo di finire al meglio, magari con qualche altro gol mio e anche di Nicola Bergozza, un attaccante che non conoscevo da vicino e che si è rivelato veramente prezioso per noi».

Nicola non è l'unico Urbani della squadra

Gioca a fianco del fratello Alberto, che ha tre anni di più: «Io e lui, pur essendo fratelli, dal punto di vista calcistico non ci assomigliamo per niente - dice Nicola - perché Alberto fa il mediano, è più impostato fisicamente di me ed è un giocatore più di quantità. Io sono più tecnico e più rapido, più di qualità diciamo. E infatti essendo un dribblatore durante le partite prendo un bel po' di calci - sorride - e non sempre sono tutelato dagli arbitri. Però fa parte del gioco anche questo». Cresciuto nella florida cantera neroverde, Nicola da bambino faceva l'attaccante centrale e segnava caterve di gol, come i suoi idoli Thierry Henry e Pippo Inzaghi, un nome quest'ultimo che si lega alla sua fede milanista.

Il suo percorso

«Per il percorso che ho fatto nel settore giovanile - spiega lui - devo ringraziare gli allenatori Fausto Facchin e Andrea Zampieri che mi hanno seguito nella crescita e ai quali sono un po' più legato. Poi devo ringraziare Pier Giovanni Rutzittu che mi ha fatto debuttare in prima squadra quando non avevo ancora 17 anni e mi ha aiutato molto». Nella stagione successiva al debutto Nicola mette a segno 8 reti, in quella seguente 9. Tanto per far capire che la porta la vede: «Da quando sono in prima squadra agisco da attaccante esterno sulla sinistra di solito con il numero 7, ma all'occorrenza posso fare il trequartista. Sulle punizioni dal limite me la cavo bene, quest'anno ne ho fatta una di bella con il Sovizzo in Coppa e ho beccato anche tre traverse. Però qualche volta prendo anche la barriera eh!».

Le sue buone annate

Gli sono valse il prestito al Tezze di Arzignano in Promozione nel campionato 2019/20, un'esperienza importante per Nicola che la ricorda così: «Mi è piaciuta perché mi sono trovato bene e ho visto che potevo giocare anche a quel livello, io che venivo dalla Seconda. Ho il rimpianto che quel campionato si sia chiuso anzitempo per il Covid e quindi non me lo sono potuto gustare fino in fondo. L'anno seguente il San Pietro mi ha richiamato a casa perché era stato promosso in Prima». Quella categoria per salvare la quale il San Pietro chiede altre invenzioni al suo numero 7.