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Pallone di Bronzo

Basso, la porta e un destino: «Portiere fin da bambino»

di Chiara Ferrante
L'estremo difensore del Team Marchesane: «Questo ruolo me lo sento addosso da quando da piccolo ad un torneo mancava chi stava tra i pali. "Vado io", dissi»
A sinistra Daniele Basso con un compagno di squadra. Il suo Team Marchesane si gioca tutto ai playoff
A sinistra Daniele Basso con un compagno di squadra. Il suo Team Marchesane si gioca tutto ai playoff
A sinistra Daniele Basso con un compagno di squadra. Il suo Team Marchesane si gioca tutto ai playoff
A sinistra Daniele Basso con un compagno di squadra. Il suo Team Marchesane si gioca tutto ai playoff

«Portieri si nasce, non si diventa». È questo lo slogan che accompagna in campo Daniele Basso, estremo difensore del Team Marchesane in Terza categoria. Classe Duemila, il giovane ha seguito le orme del padre, anche lui portiere. Ma in realtà questo ruolo era già nel suo destino. «Quando ero piccolo ad un torneo mancava il portiere e ho voluto andare io perché me lo sentivo. Da quel momento ho detto: "Giocherò sempre in porta"».

Portiere per... nascita

Detto, fatto. Nato a Bassano, Daniele Basso vive e gioca a Marchesane. «Ho iniziato a giocare a pallone perché anche mio papà giocava a calcio. Sono partito nella squadra del paese, nei primi calci, poi mi sono trasferito al Bassano dove per otto anni ho seguito il percorso delle giovanili. Seguono due anni nel settore giovanile dell'Eurocalcio - racconta - e quattro anni a Nove. Questo è il primo anno a Marchesane. Ho sempre giocato in porta».L'esordio in prima squadra è arrivato all'età di 17 anni, 16 anni e mezzo per la precisione. «Indossavo la maglia del Nove, in Promozione. Con questi colori ho militato anche due anni in Seconda. La società aveva deciso di ripartire con i giovani. Successivamente, dopo un anno di stop, sono ripartito con il Marchesane». Questa, quindi, la prima stagione di Daniele portacolori del suo paese tra i grandi, dopo i primi passi mossi qui da bambino.

Il suo gruppo

«Mi trovo benissimo con il gruppo. Siamo tutti ragazzi giovani insieme a qualche giocatore d'esperienza. Il giusto mix. Potevamo fare meglio - continua - un peccato essere usciti dalla coppa. Potevamo dare di più ma abbiamo dato tanto ed è stata una bella stagione. Abbiamo raggiunto i play off e speriamo di arrivare in Seconda con tutta la squadra perché siamo una squadra forte». E in merito alla sua candidatura al Pallone d'Oro «sono molto felice che il presidente e la società abbiano scelto me. Ringrazio il club, lo staff e i compagni. Ci tengo a ringraziare anche l'allenatore dei portieri che ci ha dato tantissimi insegnamenti e la mia ragazza Matilde che mi è sempre stata vicino e mi ha spronato a fare il massimo. E un grazie va anche all'azienda dove lavoro. Quest'anno ho avuto degli infortuni che mi hanno lasciato a casa dal lavoro, ma i colleghi mi hanno sempre supportato e incitato a non mollare».

L'infortunio

Fermo, perciò, due settimane per uno stiramento all'adduttore, Basso è resistito poco lontano dai pali. «Facendo laser terapia quasi tutti i giorni sono riuscito per fortuna a tornare presto in campo saltando solamente due partite. Il nostro ruolo è quello in cui ti fai più male tra allenamenti e partita e per questo non devi avere paura».

Come deve essere un portiere?

«Caratterialmente non devi aver paura di niente e di nessuno. Se vai sotto pressione non ci sei più con la testa in campo. Devi stare concentrato altrimenti non riesci a stare in porta. Personalmente - dichiara - non vivo la solitudine. Durante la partita parli con la tua difesa, con il centrocampo perché stiano in posizione giusta. Chiami i tagli e le marcature. Il portiere è un aiuto a tutta la squadra perché è l'unico che vede tutto il campo».