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La storia

Alex nel segno di Del Piero. Il Pallone d'oro ad un passo

«Allenati mentre gli altri dormono, studia mentre gli altri si divertono, resisti quando gli altri mollano. Alla fine vivrai ciò che gli altri sognano». E' la frase motivazionale presente sul profilo whatsapp di Alex Crestani e dice tanto su questo ragazzo di Monticello di Fara che vorrebbe seguire le orme dei compaesani e ex montecchiani Matteo Casarotto e Raul Talarico che ce l'hanno fatta a trasformare il calcio nel loro lavoro. «Io spero di fare il calciatore - spiega Alex - perché questo è sempre stato il mio sogno e con la maglia del Montecchio Maggiore sto dando il 100% per raggiungerlo. Però allo stesso modo mi sto impegnando anche nello studio per riuscire a prendere il diploma da meccanico, quindi in un settore con delle buone opportunità lavorative». Ambizioso ma anche pragmatico Alex che, tranne 4 anni nei quali ha vestito la maglia del Vicenza Calcio, si può appieno definire un prodotto del florido vivaio castellano.

Alex nasce come difensore centrale e predilige questo ruolo, anche se viene impiegato all'occorrenza come terzino, e l'anno scorso ha fatto il suo esordio in prima squadra in Eccellenza proseguendo quest'anno il suo percorso di crescita in serie D. «Per me è stata una grande emozione riuscire a debuttare in prima squadra col Montecchio - dice lui - anche se il salto non è stato certo semplice. Diciamo che allenandomi con i grandi mi sono abituato poco a poco alla nuova realtà e ho imparato anche i nuovi ritmi di gioco». Quest'anno per Alex è arrivata anche la convocazione con la rappresentativa di serie D con la quale ha potuto misurarsi nel prestigioso Torneo di Viareggio: «E' stata una bellissima esperienza, sia dentro che fuori dal campo, conosci persone nuove da tutta Italia e ti puoi confrontare con loro».

E dietro l'angolo potrebbe esserci un'altra soddisfazione in vista per Alex che con quasi 50 mila schede guida il concorso Il Pallone d'Oro con buon margine sul secondo: «Non mi aspettavo di accumulare tutti questi punti, diciamo che nel mio paese si sono mobilitati anche gli anziani che mi conoscono e soprattutto conoscono mio nonno Dario che è molto coinvolto da questa cosa, al pari di mio papà Loris e di mia mamma Cheti. Arrivato a questo punto vorrei arrivare fino in fondo e vincerlo il Pallone d'Oro». Papà Loris è sfegatato della Juventus e... «quando sono nato io - spiega il 2004 castellano - mio padre, vista la sua fede bianconera che coinvolge in pieno tutta la mia famiglia e anche me, voleva chiamarmi Alessandro. Poi ha pensato che sarebbe stato abbreviato in Ale e allora tanto valeva chiamarmi direttamente Alex. Poi fatalità in ospedale dopo la nascita mi hanno sistemato nella culla numero 10 e pochi minuti dopo Del Piero ha segnato un gol in Champions League».

Stefano Gobetti