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LA “SLIDING DOOR” CHE SEGNÒ LA RISALITA

Vicenza-Prato, 7 giugno 1990 La “madre” di tutte le vittorie

Cosa sarebbe successo se il 7 giugno 1990 il Vicenza non avesse battuto il Prato nello spareggio di Ferrara e fosse stato retrocesso in serie C2? Non è dato saperlo, ma certo la storia futura del Lane avrebbe avuto tempistiche ed esiti diversi. Tanto che sia l’ex presidente Pieraldo Dalle Carbonare che l’ex direttore generale Sergio Gasparin l’hanno individuata a distanza di anni come la “madre” di tutte le vittorie successive. Quella, indubbiamente, che gettò le fondamenta di tutta la costruzione messa in piedi negli anni a venire, con perizia e dedizione, tenacia e costanza, unite ad un’altrettanto forte dose di “cuore oltre l’ostacolo”. Non è un caso che dopo l’infruttuosa avventura vicentina di Pino Caramanno poco più di dodici mesi più tardi sarebbe iniziata la seconda era Ulivieri, quella del ritorno in serie B del 1993, proseguita poi con i trionfi della gestione Guidolin fino alla conquista della Coppa Italia ed alla semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea. Ma torniamo a quella giornata contrassegnata dall’esodo infrasettimanale (era un giovedì e si era alla vigilia dell’inizio dei Mondiali) di oltre 8 mila tifosi biancorossi verso la città estense. Un piccolo popolo in marcia per sostenere, oltre confine, i colori biancorossi, in quella che si configurava come l’ultima chance. Dopo quella giornata, nulla sarebbe stato più lo stesso. La cronaca è nota. Il Prato resta in dieci uomini già dalla metà del primo tempo dopo l’espulsione per doppia ammonizione del terzino Benvenuti ma, nonostante la superiorità numerica, trascorre quasi un’ora di gioco prima che Zamuner sblocchi il risultato con un destro ad effetto che inganna il portiere Onorati. E si deve attendere il 95’ perché Tacchi raddoppi in contropiede, scatenando il tripudio in campo e sugli spalti. E pensare che fino alla vittoria a Modena (contro Ulivieri) alla penultima giornata sembrava ormai quasi un’utopia raggiungere la salvezza tramite quello spareggio conquistato proprio battendo i toscani nell’ultimo turno al Menti (3-1). A crederci fino in fondo furono il salvatore della patria Giulio Savoini ed i suoi ragazzi, come confessò lo stesso tecnico commosso nel dopo partita («Dopo 38 anni in biancorosso ho avuto una gioia immensa con questa salvezza»).

An.Laz.