<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
CALCIO E TIRO ALLO STORNO

«La squadra comincia a sapere di stantio»

Premessa: erano tempi duri per chi volesse fare informazione. Negli anni ’30, per capire l’aria che tirava, il quotidiano cittadino si chiamava “La vedetta fascista” e il tenore medio dei titoli in prima pagina era “Sette anni or sono il Duce frantumava l’aventino e dava al popolo la certezza del suo avvenire”. Stabilito il perimetro in cui ci si muoveva, le cronache sportive non occupavano grandissimi spazi. E all’interno di un colonnaggio sostanzialmente ridotto, tanti centimetri quadrati erano immolati sull’altare di una prosa lussureggiante se non addirittura invasiva. Il tutto corredato da aggettivazione e terminologia difficili da assimilare per il lettore del nostro tempo. Un esempio? Questo si legge in sede di presentazione di un’amichevole del Vicenza ad Arzignano: “La squadra dell’Acivi comincia a sapere un po’ di stantio, dà segni di decrepita stanchezza. Occorre rinnovare i ranghi con delle energie giovani, le sole che possono assicurare alla squadra vitalità esuberante, rendimento continuo, entusiasmo e passione e soprattutto una intesa concorde e baldanzosa, tutti coefficienti questi cui solo si devono i migliori successi e le più belle vittorie”. Per fortuna al termine dell’articolo si scendeva sul pratico, ricordando che “il treno elettrico per Arzignano non partirà da Vicenza - Stazione delle tramvie - alle ore 13.30, bensì alle 13.04 mentre altro treno per Arzignano partitrà alle ore 14.20, giungendo ad Arzignano alle ore 14.51”. La mobilità, insomma, era sostenibile. Almeno quella... E se l’impegno diventava ufficiale il pathos cresceva in misura esponenziale. Così, infatti, viene descritto l’1-1 strappato dal Vicenza a Rovigo: “Riuscendo a sortire imbattuti dal campo del Rovigo, i bianco-rossi concittadini hanno confermato ancora nel miglior dei modi la loro classe di gioco e la loro energia. Quello che abbiamo ammirato di più domenica nella squadra nostra è stata la grande passione con cui tutti i componenti l’undici si sono prodigati fino all’esaurimento e con abnegazione nella lotta, che aveva acquistato un tono veramente drammatico per il grande impegno e lo accanimento di entrambe le squadre. Da notare, poi, che tutta la partita è stata giocata sotto i raggi infuocati di un sole precocemente estivo e in un’atmosfera impregnata di nervosa ostilità sia da parte del pubblico e più ancora dei giocatori rodigini... ”. Le sensibilità, del resto, erano ben diverse da quelli attuali. Si dava conto senza battere ciglio dei risultati del campionato veneto di tiro allo storno (competizione dotata di lire 4mila di premi... ). E concludiamo con un titolo che recitava “Vecchio colto da malore”. Salvo poi scoprire che questo pover’uomo, “certo Francesco Stella fu Gaetano”, aveva appena 58 anni....

G. T.