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L’ULTIMA BANDIERA DEL LANE

Jack, l’uomo che si è sempre rialzato «Quella finale è stata la partita della vita»

Stefano Giacomelli ha vari tatuaggi. Quello meno vistoso eppure più significativo ce l’ha sul cuore ed è colorato di biancorosso. Da dieci stagioni al Vicenza, “Jack” è un’autentica bandiera che del Lane conosce ormai vita, morte e miracoli.

Si è rialzato tante volte (dalle critiche, dagli infortuni, dalle stagioni no), ha visto il Vicenza rialzarsi in molte altre occasioni (dalle retrocessioni, dai fallimenti).
Qui vorrebbe rimanere a vita. «Lo dirò sempre: finchè proverò emozioni uscendo dal tunnel che mi porta sul prato del Menti, io non me ne andrò. Amo Vicenza, i suoi colori, i suoi tifosi, quello che mi ha dato in questi dieci anni in cui, è vero, ne ho viste di cotte e di crude. Ci sono stati momenti molto belli, altri meno. Ma ho sempre imparato qualcosa e soprattutto mi sono innamorato ogni volta di più di questa squadra». Con Giacomelli potremmo parlare di mille cose.
Dei suoi gol, molto spesso pesanti, decisivi, delle sue presenze («Uno dei miei obiettivi è battere il record per entrare ancora di più nella storia del club»), della stagione forse più bella che l’ha visto accarezzare, con Pasquale Marino in panchina, il ritorno in serie A, di quella più assurda che ha visto il Vicenza fallire e di uno spareggio, quello col Santarcangelo, che ha evitato al Lane di tornare tra i dilettanti. Per il numero 10 biancorosso è proprio lo spareggio, quello vinto con la rabbia, l’orgoglio e il cuore a dare un senso al suo amore per il Vicenza. «Ho segnato sia all’andata che al ritorno, non posso dimenticare quella doppia partita, in cui ci siamo giocati tutto mettendo quello che avevamo, dal primo minuto all’ultimo, con i nostri tifosi accanto. A Vicenza ho vissuto tanti momenti importanti ma quello spareggio resterà per sempre dentro di me, come un’emozione fortissima».
Un altro passaggio-chiave è stato l’avvento della famiglia Rosso.«Dopo anni e mesi difficili dal punto di vista societario, il loro arrivo l’ho sentito come una sorta di liberazione. Ringrazierò sempre Renzo e Stefano Rosso, sin da subito c’è stata stima reciproca e continuiamo in questa direzione». La storia di Jack con Vicenza non è stata sempre tutta rose e fiori. «Tutti sanno che anche nei momenti più duri, me ne sarei potuto andare, fare le valigie e cambiare squadra; alcune possibilità le ho avute, ad un certo punto il Perugia mi aveva cercato con insistenza. Ma ha prevalso sempre l’amore per il Vicenza e non mi sono mai pentito d’essere rimasto qui». Questa stagione non è diversa da altre. Il Lane è in fondo alla classifica e soffre, è arrabbiato, deluso, ma non può voltarsi indietro e piangere sugli errori commessi. Non c’è tempo.
«Credo che sia nel dna di questa squadra soffrire e lottare e qualsiasi giocatore del presente e del futuro del Vicenza dovrà avere nel dna la voglia di uscire dalle situazioni difficili. Siamo tutti uniti per compiere l’impresa, se ci riusciamo sarà come vincere un campionato». Giacomelli sa come si soffre ma sa anche come se ne viene fuori.

Marta Benedetti