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IN 750 NELLO STADIO DELL’EST

In curva lo striscione “Macela Killer” poi la battaglia sotto la pioggia

Dall’urna del sorteggio della Coppa Uefa 1978-79 il Lanerossi Vicenza che per la prima volta nella sua storia partecipava ad una coppa Europea trovò una delle squadre più forti dell’allora capitale della Repubblica Socialista di Cecoslovacchia: Il Dukla Praga. La formazione dai colori giallorossi alla fine degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta del secolo scorso si contendeva coppe e campionati cecoslovacchi con le formazioni concittadine più blasonate come Sparta e Slavia Praga. Tra i giocatori di maggior prestigio in rosa vi erano: Zdeněk Nehoda e František Štambachr vice campioni d’Europa nel 1976 con la Cecoslovacchia, con loro vi era anche il forte Luděk Macela oro con altri suoi compagni della Nazionale alle Olimpiadi di Mosca 1980. Il 13 settembre del 1978 il Lanerossi Vicenza di Gibì Fabbri scendeva in campo allo stadio Juliska di Praga supportato da 750 tifosi al seguito per assaporare l’Europa. A sei minuti dal calcio d’inizio Nehoda trafisse Ernesto Galli per il vantaggio dei locali , il Lanerossi tentò in tutti i modi di trovare la rete del pareggio ma il difensore Macela non fece passare nessuno e si accanì contro Paolo Rossi che cercava la via della rete e che alla fine della partita rimediò anche una distorsione. Il 27 settembre a Vicenza il Vicenza si giocava il tutto per tutto il fischietto della gara era Heinz Einbeck arbitro della Oberliga della Germania dell’Est. Ai tifosi non era andato giù il trattamento riservato a Paolo Rossi in Cecoslovacchia e avevano accolto la squadra ospite con lo striscione “Macela Killer”. Sotto una pioggia battente le due formazioni si davano battaglia per il passaggio del turno, al 14’ Massimo Briaschi trafiggeva l’estremo difensore Stromisk per il vantaggio, la gara era in parità e i biancorossi potevano sognare la qualificazione. Nella ripresa Gajedusk calciò una punizione che venne deviata in rete da Roselli; fu il pareggio. Il Vicenza non si arrese e cercò la rete della vittoria. Dopo diciotto minuti di attacco forsennato ci fu un fallo in area su Guidetti; l’arbitro concesse il rigore ma quest’ultimo non se la sentì di tirare. Dagli 11 metri si posizionò Callioni, la pioggia scendeva sempre più incessante. Davanti Stromisk, Callioni tirò, ma sbagliò calciando a lato e con quello sbaglio finirono amaramente i sogni europei del Lanerossi Vicenza. Ma la partita resta nella storia come una delle gare più combattute e sfortunate del Vicenza, quella prima volta in una competizione europea è ancora oggi una tappa da ricordare nella storia di un Vicenza che anche all’estero portò il suo calcio moderno sotto la guida di Gibì Fabbri. A tal punto che al loro ritorno a casa i biancorossi trovarono i tifosi a salutarli e a Menti furono applausi scroscianti. 

AN.LAN.