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FALLIMENTO E RINASCITA

Il Vicenza muore e riparte con Rosso Ora il sogno è di conservare la Serie B

Il Vicenza resta in braghe di tela. Anzi, a un certo punto è proprio senza braghe. Quindi il fatto che a garantirgli un futuro sia un imprenditore che ha costruito un impero grazie ai jeans sembra quasi una questione di affinità elettive...
Struca struca, la sintesi dell’ultimo decennio della storia biancorossa è tutta qui. Il tribunale stacca la spina a un malato terminale: muore il vecchio Vicenza, nasce l’L.R. Vicenza. La continuità tecnica e ideale, al di là dell’eredità d’affetti, del profondo legame col territorio e dell’immutata passione della gente, è garantita dalla cessione del ramo d’azienda. Ma di questo si parlerà più avanti. La cosa che va capita, in prima istanza, è come il caldo cuore biancorosso finisca in una fredda aula di tribunale. Ci finisce, ahinoi, al termine di un percorso lungo e sofferto, fatto di pagine tristi e pesanti umiliazioni. È veramente difficile sintetizzare le tappe che portano al fallimento (il 18 gennaio 2018) e alla successiva aggiudicazione del Vicenza da parte della famiglia Rosso (il 31 maggio dello stesso anno). L’inizio del decennio compreso tra il 2012 e il 2022 comincia con una società sempre più in sofferenza. Vengono allacciate parecchie trattative per la cessione, ma alle porte di via Schio sfila una galleria di personaggi spesso improbabili. Spicca, al riguardo, la strana coppia formata da Hamdi Mehmeti e Pierre Mbock. Manco a dirlo, qualsiasi approccio sfocia in un nulla di fatto. E l’era-Cassingena, con i suoi errori e le sue contraddizioni, si prolunga. Tra la rabbia crescente dei tifosi.
La prima, grande svolta arriva il 31 maggio del 2016, quando realmente il Vicenza passa di mano. Tecnicamente le azioni del Vicenza transitano da una finanziaria all’altra, da Finalfa a Vi. Fin. Nella sostanza Cassingena esce di scena e il Vicenza passa ad Alfredo Pastorelli. O meglio alla Vi. Fin., il cui presidente (e amministratore delegato) è lo stesso Pastorelli. L’altro a. d. è Marco Franchetto. L’avventura dei nuovi proprietari comincia tra l’entusiasmo, ma una serie di scelte profondamente sbagliate fa sprofondare la squadra in C. Nel maggio del 2017 arriva agli organi di stampa un documento che presenta la manifestazione d’interesse per l’acquisto del Vicenza da parte di Boreas Capital, holding con sede in Lussemburgo. Il 5 giugno il presidente del club biancorosso Alfredo Pastorelli si dimette. L’estate è terribile, autunno e inverno saranno ancora peggiori. Tra una lite e l’altra si arriva a dicembre con la cessione del Vicenza a Fabio Sanfilippo (transazione controfirmata il 18 dicembre da Marco Franchetto). Sanfilippo però non versa mai un euro e il 12 gennaio interviene la Procura di Vicenza con un’istanza di fallimento. Il 15 gennaio il pm Parolin chiede la concessione dell’esercizio provvisorio, esautorando Sanfilippo e affidando il club alla curatela di Nerio De Bortoli; decisione confermata il 18 gennaio, quando il Vicenza Calcio spa viene dichiarato ufficialmente fallito. Faticosamente si porta a termine il campionato. Si susseguono due aste deserte (26 aprile e 10 maggio), fino a quando un unico proponente risponde al terzo invito ad offrire entro il 28 maggio, soddisfacendo una serie di “paletti” predefiniti dal tribunale: è Renzo Rosso, il patron della Diesel. Di lì a poco comincerà una nuova era e nascerà il L. R. Vicenza Virtus. In un contesto simile quel che succede in campo diventa per forza di cose secondario. Ed è un peccato, perché ne accadono di cose, al netto del terremoto-Covid. Al termine del torneo 12-13 il Vicenza (tanto per cambiare...) retrocede. Nella stagione successiva i biancorossi, guidati da Gianni Lopez, arrivano ai playoff ed escono ai rigori contro il Savona. A pochi giorni dall’inizio della nuova stagione il Vicenza è però ripescato. L’avvio del campionato è sofferto: il Capitano paga per tutti e al suo posto arriva Pasquale Marino. Quel che succede dopo è una delle poche cose belle degli ultimi anni: i biancorossi giocano bene, scalano posizioni e “vedono” la A, che svanisce alle semifinali dei playoff contro il Pescara. Nella stagione successiva il Vicenza galleggia e poi, nel 17-18, retrocede. In terza serie, dopo il fallimento, l’umiliazione della discesa in Serie D è evitata grazie alla coraggiosa banda del coraggioso Nicola Zanini, che si salva ai playoff a spese del Santarcangelo. L’era Rosso comincia con un anno di assestamento, poi viene chiamata la bandiera Mimmo Di Carlo che conduce il Lane in B al primo colpo nel campionato interrotto a causa del Covid. Nella stagione successiva il Vicenza si salva, ma il torneo seguente comincia malissimo, con l’esonero di Di Carlo che viene sostituito da Cristian Brocchi. E ora non resta che sperare che Lane 130 cominci con il racconto di un’incredibile salvezza al termine dell’annata 2021-2022...