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IL GRANDE RITORNO

Il sogno serie B diventa realtà con Di Carlo poi il brusco risveglio che porta al divorzio

Dopo un primo anno di assestamento, nell’estate del 2019 la famiglia Rosso sembra voler puntare ad una pronta risalita in serie B, partendo innanzitutto dalla nomina del nuovo allenatore. A giugno, infatti, la società affida la panchina a Domenico Di Carlo, affiancato nella nuova avventura dal direttore sportivo Giuseppe Magalini.

Le motivazioni della scelta sono evidenti: Di Carlo conosce bene l’ambiente, è già un beniamino della curva e, vista la conclamata esperienza, la sua figura dà maggior concretezza alle ambizioni del club. Se ad agosto il campionato di C parte con qualche fatica, dopo poche settimane la squadra, forte di una difesa solidissima, raggiunge presto la vetta della classifica e a dicembre si laurea campione d’inverno. A febbraio, però, la stagione regolare si interrompe bruscamente a causa della pandemia di Covid-19, ma il primo posto raggiunto fino a quel momento – con 61 punti raccolti in 27 partite – vale ai biancorossi l’agognata promozione in B, secondo quando decretato della Federazione.

Dopo tre anni si torna finalmente in cadetteria, e il primo scopo è chiaramente quello di mantenerla. Con gli innesti mirati a consolidare la rosa, nonostante un avvio non proprio semplice, verso dicembre Vicenza pare ambientarsi nella ritrovata categoria e ottiene una serie di risultati utili che le danno serenità, benché in primavera, quando l’obiettivo sembra ormai a portata di mano, il livello delle prestazioni cali sensibilmente. Ciononostante il Lane termina il torneo al 12º posto, salvandosi come da programma. Tuttavia se all’inizio le prove scialbe di quel finale di stagione potevano essere interpretate come banale incidente di percorso, a posteriori viene da chiedersi se non fossero l’indizio che qualcosa dietro le quinte stava cominciando a scricchiolare. Nell’estate del 2021 il mercato prosegue all’insegna degli accorgimenti, puntando più su giocatori d’esperienza che su elementi di prospettiva, ma ai nastri di partenza la formazione allestita pare all’altezza delle aspettative dichiarate, ossia la zona playoff. Come sappiamo, la realtà è che bastano poche partite ufficiali a sconfessare le impressioni più ottimistiche. Fin dalle prime gare della stagione in corso, la squadra che scende in campo sembra del tutto smarrita, impegolata in continui cambi di modulo alla ricerca di una quadra che oggettivamente non arriva. I biancorossi esordiscono così con una serie di sconfitte che portano alla seria messa in discussione del tecnico. Il giorno successivo alla gara persa col Pisa, Di Carlo sta ancora dirigendo gli allenamenti a Capovilla quando ormai i giornali danno per fatta la sua sostituzione. Sembra questione di tempo: si vocifera di Marino, del gran rifiuto di Venturato, poi ancora di Oddo, ma alla fine il prescelto è Brocchi. Di Carlo viene quindi esonerato il 22 settembre dopo il fatale 3 a 2 incassato a Ferrara in casa della SPAL.

Il nuovo allenatore arriva dal Monza con voglia di riscatto. Cambia modulo, con lui la squadra sembra effettivamente avere più fiato, e a fine ottobre giunge una prima vittoria fuori casa col Pordenone. Ma la svolta non arriva: di lì in avanti ancora tanti punti lasciati per strada, sia per demerito che per sfortuna, specie tra le mura amiche. Tra gli altri, clamoroso il tonfo di Terni (5 a 0 per le Fere), esemplare quello di Parma, dove si è puniti dagli immancabili errori difensivi, mentre nel frattempo Magalini viene sollevato dall’incarico in favore di Balzaretti. Poi ancora la vittoria di novembre a Crotone, e la tifoseria che si compatta attorno ad una squadra che in qualunque altra piazza, risultati alla mano, sarebbe stata subissata di fischi. Ma ancora una volta l’auspicato cambio di marcia non c’è, poiché sono altre tre le sconfitte da digerire prima della sosta invernale, alla quale si arriva col magro bottino di 7 punticini.

Quest’ultima arriva come una pausa tra due riprese per un pugile rintronato dai ganci dell’avversario, in quello che è finora il peggior esordio di sempre del Lanerossi. Intanto la società sta intervenendo drasticamente sul mercato cambiando ad oggi (28 gennaio) ben sei elementi, che sconfessano di fatto l’operato del vecchio DS.

Alla luce attuale solo un incosciente non ammetterebbe che l’impresa salvezza è quanto mai ardua, se non proprio disperata. Ma non rimane che stringere i denti, lottare su ogni pallone e sperare l’insperabile. Le sconfitte si imparano ad accettare, non le rese. Ci si auspica che nessuno abbia intenzione di mollare.

Andrea Mainente