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BEFFA ATROCE AL BENTEGODI

Hellas in A, Lane in C. Il derby più doloroso

Ci sono partite che certificano che sei nato per soffrire. Privilegio raro, avrebbe detto De Andrè. Ecco, in quel Primo maggio del 2017 si è accatastata sulle già provate spalle dei tifosi biancorossi una serie di sciagure difficili da mettere in fila. Sconfitta beffa al 95’ dopo aver assaporato a lungo il sogno di una vittoria insperata. Verona di fatto in A. Vicenza di fatto in C. Altro? Sì, c’è tanto altro. Ma intanto serve un passo indietro. Sino al 9 dicembre del 2016, quando si gioca la gara d’andata. Le premesse non sono incoraggianti. Il Vicenza è una squadra male in arnese. È autunno, ma già s’è capito che la salvezza, se mai arrivasse, sarebbe il massimo del massimo. Il Lane è penultimo, non vince al Menti dall’inizio di maggio e ospita il Verona capolista. Il pronostico pare già scritto, ma in quel pomeriggio succede una di quelle cose che rendono il calcio bello, magico e benedetto (o maledetto, dipende dai punti di osservazione). Verrebbe da dire che il Vicenza rivede la luce, ma in realtà non si vede quasi niente perché sul Menti cala una nebbia fittissima. E così, al 24’ della ripresa, si intuisce che Galano, il Robben della Capitanata, segna un gol destinato a rimanere nella storia. Vicenza 1 Verona 0. Davide batte Golia. Per qualche settimana ci si illude che in qualche modo si possa sfangarla... Non sarà così, ma intanto si fa festa e il giorno dopo Pierpaolo Bisoli paga un gioioso pegno esibendosi in 50 flessioni. Poi le cose vanno avanti. Male. E come, sennò... Si arriva al Primo maggio. 19mila tifosi al Bentegodi. I 17mila con la sciarpa gialloblu vedono la A, gli altri 2mila sperano in un miracolo. Segna Siligardi e pare che il discorso sia chiuso. E invece no. Lo riaprono prima il discusso Bellomo e poi Esposito. Vittoria al Bentegodi, salvezza che si avvicina. E per sovrammercato grande dispetto agli odiati cugini. Vuoi vedere che le favole esistono? Beh... no. Non quel giorno almeno. Perchè all’88’ Bessa, ex che non aveva lasciato il segno e che anzi da avversario aveva dato una grossa mano a Bologna facendosi cacciare nella partita iconica dell’era-Marino, segna il gol del 2-2. E siccome quando va male deve andare male fino in fondo, al 95’ Romulo segna la rete di un incredibile 3-2. Manca la matematica, ma di fatto l’Hellas è in A e il Lane è in C. Di mezzo, a pochi minuti dalla fine, Giacomelli ha un buon pallone e anziché servire il liberissimo Signori calcia. Errore tecnico, certo. Ma per molti quello fu lo sbaglio degli sbagli, la topica di una stagione. Di una vita. Un giudizio ingeneroso e parziale in una stagione drammatica, costellata di errori di ogni tipo. In campo, in panchina e soprattutto dietro la scrivania. Ma questo è il calcio: bello, magico e benedetto (o maledetto, a seconda dei punti d’osservazione).

G. T.