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DIAVOLO DI UN ZORZAN

Dal Vicenza al Milan e le sfide con Meazza

Mario Zorzan ovvero tenacia e costanza di rendimento tra i pali. Vicentino, classe 1912, è stato il portiere del Milan per sette stagioni, dal 1935 al ’42. La squadra rossonera lo preleva dal Vicenza, scegliendolo come successore di Dario Compiani, detto “Tenaglia”, primo portiere milanista nei campionati a girone unico. I dirigenti rossoneri lo hanno visto all’opera tre anni prima in un’amichevole tra Vicenza e Milan giocata l’8 settembre 1932 nel campo di Viale Verona. Il diavolo viene battuto 2-0 (reti di Ambrosele e Cesaro in avvio) da una squadra di terza divisione. In quella circostanza, i padroni di casa sfoggiano un portierone, Zorzan, autore di “parate stupende”, secondo il resoconto della Gazzetta dello Sport del giorno dopo. Alla fine di quella stagione, i vicentini, guidati dall’ungherese Imre János Bekey, centreranno la promozione in B. Mario Zorzan arriva al Milan nella stagione in cui Pietro Annoni rileva Ravasco alla presidenza. Oltre al portiere, gli altri rinforzi italiani sono il mediano Bertolotti e la mezzala fiumana Zidarich. La società rossonera apre finalmente al mercato sudamericano, ingaggiando gli oriundi brasiliani Arnoni e Gabardo. Alla guida tecnica è stato confermato Adolfo Baloncieri, uno che concepisce gli allenamenti come un divertimento basato su sette esercizi: palleggi di piede e testa, salto alla corta per cinque minuti, respirazione con movimento a rotazione, corsa intorno al campo, brevi scatti alternati, piegamenti sulle gambe e palleggi di testa.

IN VOLO TRA UN PALO ALL’ALTRO. Infine, i tiri in porta da fermo che impegnano Zorzan, pronto a volare da un palo all’altro. Il periodico La Domenica Sportiva lo definisce “serio e valente”, aggiungendo che “il portiere vicentino quando vuole sa essere nella schiera dei fuoriclasse”. I rossoneri partono bene, conquistano tre vittorie e un pareggio nel derby contro l’Ambrosiana. Nella stracittadina, Zorzan viene battuto solo dopo un’azione confusa, conclusa da un gol molto contestato di Giuseppe Meazza ad un quarto d’ora dalla fine. Sul Corriere della Sera, Emilio De Martino sottolinea: “I giocatori dell’Ambrosiana trovavano nel portiere avversario Zorzan un insuperabile baluardo”. E’ l’unico gol subito nelle prime quattro giornate di campionato. Alti e bassi della squadra rossonera portano all’ottavo posto finale. La stagione ‘35/36 fa registrare anche il lancio della Coppa Italia. Nella prima edizione, il Milan si ferma in semifinale, eliminato dall’Alessandria. Il guardiapali rossonero, ancora una volta migliore in campo, si arrende solo allo scadere e dopo numerose prodezze, sottolineate dagli applausi dello stadio Littorio. Due giorni prima del suo matrimonio con Gilda Dalla Fina, Mario distribuisce confetti ai compagni di squadra. Domenica 27 febbraio 1938, alla vigilia delle nozze, viene schierato titolare dal tecnico Banas nella vittoriosa partita contro il Livorno decisa da Aldo Boffi.

CONTRO MEAZZA. Un anno più tardi si ripropone la sfida Zorzan-Meazza, con il portiere rossonero ancora sulla ribalta dopo aver neutralizzato un rigore calciato dall’interista bicampione mondiale. L’estremo difensore, tuffatosi alla sua sinistra, toglie dalla porta il rasoterra del Balilla, angolato ma troppo lento. A causare quel tiro eccessivamente fiacco dell’attaccante nerazzurro è un cambio di angolazione all’ultimo momento. Temendo il suggerimento di Perversi a Zorzan, pochi istanti prima del fischio arbitrale, Meazza combina il pasticcio. Il guardiapali, appena diventato papà di una bambina, si allunga splendidamente e devia il tiro. La ciliegina sulla torta, una prodezza in una stracittadina che si colora di rossonero. E’ l’ultima stagione da titolare del portiere vicentino che nell’annata successiva si alterna tra i pali con Egidio Micheloni. La parabola milanista di Zorzan termina da riserva di Giovanni Rossetti. Nel dicembre 1941 si congeda dal Milan giocando l’ultima partita al campo Berta di Firenze contro i viola, risolta da un gol di Valcareggi che, quasi allo scadere del tempo, vanifica una bella rimonta del diavolo. Al termine di quell’annata, il portiere passa all’Abbiategrasso, tappa finale di una carriera calcistica che lo ha visto militare anche nel Montebello Vicentino. Nella copertina del Calcio Illustrato del 25 giugno 1940, Zorzan è ritratto in un momento di grande tenerezza con la figlioletta, tenuta in braccio dalla mamma, dietro l’inferriata che separa il campo dalla tribuna. “I calciatori sono dei gran bravi figlioli, molto affezionati alla famiglia”, recita il commento in prima pagina sotto la foto. Splendida persona, portiere dal rendimento costante, baluardo del diavolo fino al periodo bellico, a quasi 61 anni Mario Zorzan muore a Milano il 28 gennaio 1973. Una bandiera rossonera accompagnerà il suo funerale, così come chiesto dall’ex portiere. Ha scritto di lui Carlo Fontanelli: “Titolare nel Milan 149 volte in campionato, la sua dote principale, la tenacia, è comune alla maggior parte di coloro che provengono dalla sua terra natia, il Veneto”.

NOTA BIOGRAFICA AUTORE

Sergio Taccone (Siracusa, 1972). Scrive di cronaca per il quotidiano La Sicilia e racconta "storie di cuoio" su Avvenire. Grande conoscitore della produzione letteraria dell’argentino Osvaldo Soriano, collabora sul web con la rivista Contrasti e il portale Storie di Calcio, focalizzandosi soprattutto su racconti e vicende calcistiche degli anni 70 e 80. Autore di otto libri sul Milan, tra cui "Quando il Milan era un piccolo diavolo" (Limina, 2009), “Milan 1979, l’anno della Stella” (Urbone Publishing) e “Milan 120, Epopea Rossonera” (Assist Edizioni, 2020). Ha vinto il Premio Internazionale di Giornalismo “Maria Grazia Cutuli” (2009) ed il riconoscimento della Giuria al Premio Nazionale “Coni Letteratura Sportiva” (2011). Nel 2020, come componente del Collettivo Soriano, si è aggiudicato il Premio Selezione Bancarella Sport con il libro “Ricky Albertosi, romanzo popolare di un portiere” (Urbone Publishing, 2019).