<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
I FONDATORI

Dal prof Scarpa al preside Buy Gli intellettuali nell'A.Ci.Vi.

Dite la verità: se siete tifosi del Lane, prima o poi vi sarà capitato di rivolgere una prece alla Madonna di Monte Berico. Però potete mirare anche un po' più in basso e affidarvi al bellissimo angelo che, ad ali spiegate, suona la tromba in cima al campanile della seicentesca chiesa di Santa Caterina: essendo girevole, dalla sua altezza un'occhiata può darla fino al vicino Stadio Menti. Come quando rivolse uno sguardo al quartiere sottostante, dove la storia del Vicenza iniziò. Con alcuni precedenti, che proviamo a riassumere.

PRIMI CALCI Non è un caso che l'impulso decisivo alla diffusione in città del nuovo "giuoco del calcio" coincida, come si evince dai documenti raccolti dai vari storici, con l'arrivo (autunno 1897) del giovane professore di educazione fisica Antonio Libero Scarpa, veneziano e proveniente da Pavia, dove ha già insegnato "nelle scuole secondarie". Il suo incarico è alla Scuola Tecnica e al Ginnasio Liceo, ma non ci vorrà molto per vederlo operare anche in seno alla società ginnastica Umberto I. È un esperto non soltanto di quella disciplina che si chiama "palla vibrata", sorta di pallamano, ma anche d'un altro sport collettivo recentemente importato dall'Inghilterra, che affascina i ragazzi per il suo spirito più combattivo. Dovendolo illustrare ai propri lettori, nel 1899 un cronista del quotidiano "La Provincia di Vicenza" scriverà: "I giuocatori sono undici per ogni squadra e la palla non è piena come nel giuoco di palla vibrata, ma vuota. Se nel calcio lo scopo è di difendere la propria porta e far passare il pallone sotto al cordino (l'attuale traversa, ndr) della porta avversaria, regola principale è quella che il pallone non si deve toccare né colle mani né colle braccia". Dov'è nato lo chiamano "football" ma il buon Scarpa, capace di tradurre i manuali britannici, pretende che si usino termini corrispettivi italiani: quindi niente "goalkeeper" per il portiere, bensì "custode", e i diversi ruoli sono quelli dei "terzini" in difesa, dei "secondi" a centrocampo e dei "primi" in attacco; niente parlare di "cross", bensì di "passaggi in croce", e così via.Ovvio che, con un allenatore così, le squadre dell'Istituto Tecnico (intitolato a Palladio, oggi diremmo "Fusinieri") e del Regio Liceo (ora "Pigafetta") primeggino tra quelle citate sui giornali, ma gareggiano anche la Scuola Industriale (il "Rossi"), il Collegio Cordellina, la stessa Società Umberto I, mentre i terreni che ospitano le partite sono quello esterno alla palestra comunale di Santa Caterina, i prati di Campo Marzo, il nuovo rettangolo di Borgo Casale (150 metri per 100) "in amenissima posizione lungo il Bacchiglione, al di sotto del ponte di ferro" inaugurato nel 1899 (suppergiù l'odierna area del Menti). E non ci sono solo i tornei studenteschi: il pallone piace a tutti, anche a chi non può permettersi di frequentare le "scuole alte" e magari lavora già "a botega". Ebbene: proprio per la gioventù del popolo, all'insegna del "mens sana in corpore sano", nel 1898 l'autorità militare concede l'uso della Piazza d'Armi, cioè la spianata fuori Porta San Bortolo. In quello stesso anno, dopo il primo torneo fra le squadre che abbiamo nominato, qualcuno osserva che il gioco "non potè offrire una giusta idea della perfezione raggiunta nella praticità dei collegi inglesi", ma è solo questione di tempo, il lavoro di Scarpa e di altri istruttori non tarda a dare frutti. All'inizio del 1899 già si parla di "valenti giuocatori" alle prese non con "i calci all'impazzata, le spinte, l'affollamento, il clamore e le contestazioni tanto facili nel giuoco sportivo male diretto", bensì animati da "un nobile sentimento di emulazione" nel seguire "con tutto rigore le regole del difficile e importante giuoco a maggior vantaggio delle qualità fisiche, intellettuali e morali". Così, nel gennaio del 1900, il mensile "L'Educazione fisica" segnala elementi che "dimostrano somma perizia, particolarmente nel 'passare' e nel 'colpeggiare', azioni le più difficili e importanti".Insomma, la semina è compiuta. Tanto che nel 1901, anno in cui il pittore arzignanese Achille Beltrame dedica non solo una copertina della "Domenica del Corriere" (1° giugno) a un match del Milan, ma anche una (8 settembre) a Vicenza per l'uscita della Rua (i cui facchini indossano una blusa a strisce bianche e rosse), giunge l'ora di dar vita a un vero sodalizio calcistico cittadino.

IL FATIDICO 1902 Il dinamico Scarpa ha dalla sua un alleato indiscutibile, e cioè il suo direttore (oggi diremmo preside) alla Scuola Tecnica di Contrà San Marcello, prof. Tito Buy. Cinquantaseienne, parmense, famiglia d'origini francesi, Buy ha un passato da adolescente garibaldino decorato, ed è uomo di fede laica, sostenitore del progresso sociale nonché dello sport giovanile. Con alcuni altri sodali, i due decidono di passare all'azione il 20 febbraio del 1902, programmando un paio di assemblee per la costituzione ufficiale. La prima è quella che si svolge nella mattinata di domenica 9 marzo e della quale, il giorno dopo, riferisce "La Provincia di Vicenza", titolando "Associazione del calcio in Vicenza" e annunciando fra l'altro: "Ieri ebbe luogo nella palestra di S. Caterina l'Assemblea Generale degli aderenti a questa nuova associazione ginnico-sportiva. Gli intervenuti furono circa una cinquantina, oltre a un centinaio di adesioni. Presiedette il dott. Buy. Fu discusso ed approvato lo statuto, e furono eletti a formare il Consiglio Direttivo i signori: rag. Z. Boeche, L. Lampertico, U. Monico, N. Pozzan, G. Rossi, A. Saccardo, prof. A.L. Scarpa, Turin". La convocazione successiva è per domenica 16, sempre alla palestra comunale, onde esaurire l'ordine del giorno. Tra le delibere ci sono l'approvazione definitiva dello Statuto, l'iscrizione alla Federazione Ginnastica Italiana, nonché la votazione definitiva per il vertice: "Risultarono eletti i signori prof. Tito Buy a Presidente, prof. Giovanni Ghirardini a vice-presidente". L'insegnante tecnico, manco a dirlo, sarà Scarpa. Ma ci si occupa già anche degli allenamenti: "L'esercitazioni, in via provvisoria, si faranno tutti i giorni festivi dalle ore 17 alle ore 19 alla palestra di Santa Caterina".Qualche informazione in più ce la fornisce il numero di aprile de "L'educazione fisica", che riporta dell'acclamazione a presidente onorario del deputato e conte Felice Piovene; soci onorari, tra gli altri, il senatore Luigi Cavalli (gran amico di Buy, essendo stato uno dei "Mille" di Garibaldi), del senatore Antonio Fogazzaro (sì, proprio lo scrittore, che ha da poco pubblicato "Piccolo mondo moderno") e del deputato Paolo Lioy, il quale augura "ogni fortuna all'agone nobilissimo dove, con l'energia muscolare, si sviluppano anche le energie intellettuali". Tornando allo "Statuto dell'Associazione del Calcio in Vicenza", si può notare che tutto sommato essa funziona come una società sportiva odierna, e cioè che i suoi atleti pagano l'iscrizione annuale per prendere parte all'attività: una lira per gli "under 16", due lire i più grandi. È prevista anche la nomina di due "capitani" e di un "arbitro".Tra le prime uscite nei neonati biancorossi (inizialmente bianco-granata, poi subentra il rosso che campeggia sullo stemma cittadino assieme alla croce bianca, ma in realtà argentea) si ricordano la presenza di prestigio alla Coppa Federazione Ginnastica organizzata a Milano (con Mediolanum, Milan e Andrea Doria Genova) e un'amichevole a Schio contro la squadra locale; in giugno c'è la chiamata al Lido di Venezia, ospiti della società Reyer: peccato che la partita contro la Mediolanum di Milano ("che destò fin dal principio vivo interesse ed entusiasmo") venga sospesa per la pioggia. In dicembre, Buy passa la presidenza a Scarpa, rimanendo nel Comitato Esecutivo del club, che intanto annuncia per gennaio la ripresa degli allenamenti, gratis fino a marzo, sempre nel "Campo dei Giochi della Palestra Comunale" di Santa Caterina. L'epopea della "nobile provinciale" è al via.P.S. Tutta questa storia, necessariamente al maschile, pare bello concluderla nel nome di una ideale quanto attuale "madrina": quello dell'attrice Margherita Buy, pronipote del professor Tito.