<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
I RIVALI DI SEMPRE

Così nel Marzotto entrò il presidente del Vicenza

Nella gloriosa storia del Vicenza sono rimaste scritte anche le storie delle “dinastie biancorosse” Una delle più importanti è certamente rappresentata dai tre fratelli Griggio: Gaetano (1900), Umberto (1904) e Silvio (1906), soprannominato sin da bambino “Silvin” essendo il minore dei tre figli maschi. I giochi spensierati dell’infanzia di Silvio nell’allora elegante quartiere di San Felice vengono interrotti dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che lascia una scia di povertà e di disperazione in tutta la città. Al termine del conflitto Silvio inizia a frequentare i ragazzi dell’Associazione Calcio Vicenza, dove già dal 1919 giocava il fratello Gaetano. Sentite cosa racconta negli anni ’70 proprio Silvio Griggio ricordando i suoi primi calci al pallone:“Ero ancora un ragazzino e abitavo in Corso San Felice, poco lontano dal Campo Comunale appena costruito dopo la Prima Guerra Mondiale. Noi ragazzini eravamo sempre lì, a guardare i grandi che giocavano e noi naturalmente volevamo imitarli. Finiti gli allenamenti cercavamo di disputare delle partitine fra di noi ma … c’era un anziano signore e giocatore (aveva ben trent’anni) che pretendeva da parte nostra del lavoro manuale per permetterci di scorazzare nel campo” da “La Nobile Provinciale di Antonio Berto. Umberto gioca in biancorosso dal 1927 al 1932, collezionando 40 presenze e nessuna rete. Silvio esordisce diciottenne come titolare in prima squadra il 22 febbraio 1925, nella partita contro la Triestina, in cui segnò il suo primo gol. Per lui, la soddisfazione di una grandissima carriera e di aver avuto, come compagni di squadra, prima Umberto Menti e poi il piccolo Romeo, che esordì appena sedicenne nella partita di inaugurazione del nuovo Campo del Littorio contro gli ungheresi del Saroksar. Pur avendo attaccato gli scarpini al chiodo, rimane comunque a sostenere le sorti dell’Associazione Calcio negli anni difficili del secondo dopoguerra. Nel 1946 l’Associazione Calcio Vicenza si affida infatti alla passione e all’esperienza di due vecchie glorie biancorosse per incentivare la rinascita della società e stimolare la ristrutturazione dello stadio comunale, pesantemente colpito dai bombardamenti alleati del 14 maggio 1944. Troviamo quindi le due bandiere Silvio Griggio a rivestire la carica di presidente e l’ex bomber Piero Spinato alla guida tecnica della squadra in serie A, fino alla retrocessione in serie B nel campionato 1947/1948. Ma nel ’52 Conclusa anche questa esperienza accetta inaspettatamente l’offerta del Marzotto Valdagno, che gli offre l’incarico di Dirigente Tecnico. Questa decisione rappresenta un vero shock per tutto l’ambiente vicentino, perché viene vissuta come l’abbandono da parte di uno dei più importanti simboli della società biancorossa. La notizia bomba scoppia a fine giugno del 1952. Al termine di una delle solite riunioni societarie, Silvio Griggio prende così la parola … “E’ con profonda tristezza che vi devo annunciare la mia uscita dal Vicenza. Ragioni di lavoro non mi permettono col termine della stagione, di dare ancora la mia opera e il mio modesto contributo in seno al nostro vecchio sodalizio. Ho inoltre la possibilità di migliorare la mia posizione economica….”. A nulla servono le proteste dei suoi consiglieri, poco convinti delle ragioni avanzate dal loro Presidente - giunto a prendere una decisione così grave. La notizia rimbalza in fretta nei caffè, nei bar, nelle strade ... si formano capannelli di tifosi delusi e amareggiati che accusano l’ex Presidente di aver calpestato gli ideali dell’Associazione Calcio Vicenza. In particolare le accuse furono principalmente quella di aver tradito la società e di essere passato al nemico ovvero il Marzotto, il sodalizio che rappresentava – con i suoi notevoli mezzi economici – un incubo permanente per la sopravvivenza del Vicenza. Questo episodio burrascoso nulla toglie alla grandezza e all’importanza di Silvio Griggio, sia come calciatore che come Presidente. Una figura iconica che ancor oggi si ricorda come grande e luminoso punto di riferimento in una delle epoche più tribolate e difficili della nostra storia. Silvio Griggio si spegne nella sua Vicenza il 18 luglio 1980.

Lane 120 continua. Nei prossimi giorni nuove storie e personaggi che hanno scritto la storia del club biancorosso