<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
DOPO CASSINGENA

Cordate, trattative e punti in meno. Il siparietto dei tre presidenti

E pensare che quel giorno, il 30 maggio 2016, il cielo era pulito, la luce di una tipica giornata primaverile lasciava intuire che era arrivato sul serio il momento del cambiamento, la svolta auspicata dai tifosi del Lane. La cronaca dal balcone dello studio notarile D’Ercole e quanto avvenne nei mesi successivi, è storia raccontata in altre colonne dell’inserto.
Qui ci soffermiamo su quanto è accaduto prima del passaggio del testimone tra Sergio Cassingena e Alfredo Pastorelli. Di certo il cammino che ha portato all'epilogo del 30 maggio 2016 è stato lungo. Con poche gioie e parecchi dolori. Da Londra a corso Palladio. Dal 2004 al 2016. Dodici anni, per chi ama i numeri. Il 17 novembre 2004 Sergio Cassingena e Nicola Baggio, accompagnati da Gian Luigi Polato sottoscrivono a Londra l'acquisto del Vicenza dalla finanziaria inglese Enic. S'è visto un po' di tutto da quel momento: contestazioni, salvezze sofferte, retrocessioni, ripescaggi... Di sicuro il rapporto tra i Cassingena e i tifosi è stato pessimo e il fatto che l’arrivo di Pastorelli sia stato salutato inizialmente con un’euforia e una gioia grandi così non è stato sorprendente. I tifosi, infatti, erano stanchi di masticare amaro. Sul campo, principalmente. Ma poi anche la situazione debitoria che si è venuta a creare non ha aiutato il caldo pubblico del Lane a fare il tifo per la gestione Cassingena.
Col senno di poi risulta anche divertente tirar fuori dai cassetti della memoria i nomi di quanti, dal 2010 in poi circa, tentarono di avvicinarsi al Vicenza come partner, anche di minoranza. Dalle cronache riemergono protagonisti che hanno occupato le pagine dei giornali quasi più dei giocatori. Il primo a bussare al portone di via Schio, nel giugno 2010, fu Antonio Esposito, rappresentante di una cordata romana di imprenditori nel ramo della telefonia e dell'immobiliare: una comparsa.
Un segno lo hanno lasciato il romano Angelo Massone e il vicentino Alberto Filippi: procuratore sportivo con un'esperienza non entusiasmante in Scozia il primo, imprenditore della chimica e parlamentare della Lega il secondo. Dal l'ottobre del 2010 in poi guidarono cordate parallele e a un certo punto sembrò perfino che tra i due gruppi potesse esserci collaborazione. Invece nulla. E se la trattativa con Massone si concluse a colpi di polemici comunicati con Finalfa, non ebbe sbocco migliore quella con Filippi, che aveva tentato di coinvolgere finanziatori anche stranieri.
Alla fine del 2012 il passaggio di proprietà sembrava ad un passo con il vicentino Rino Dalle Rive. Coinvolto fin da agosto da Tiziano Cunico, Dalle Rive era apparso a lungo fiducioso, ma al momento di passare dalle parole ai fatti, all'inizio del 2013, anche lui si ritirò. Pochi mesi e all'orizzonte apparve la strana coppia formata da Hamdi Mehmeti, kossovaro con affari in Svizzera e il suo socio Pierre Mbock, francese di origine camerunense da anni in Italia. Cunico fece addirittura il viaggio a Pristina, in Kosovo, per toccare con mano la possibilità di una trattativa. In realtà il finale fu assai peggiore dei tentativi precedenti perché i convulsi momenti in cui si sarebbe dovuto concludere l'accordo erano anche gli stessi in cui bisognava versare la fideiussione da 600 mila euro per l'iscrizione al campionato. Non li mise nessuno e il ritardo nel versamento in Lega fu pagato dal club biancorosso con 4 punti di penalità nel torneo di Lega Pro.
Di Mehmeti e Mbock si tornò a parlare quando rilevarono la Triestina, lasciata in braghe di tela appena qualche settimana dopo. Per quanto riguarda i soci che avrebbero potuto affiancare Dalle Rive se ne trovarono alcuni disposti ad entrare, ma il numero non fu ritenuto sufficiente per coprire l'intera operazione. Così Cunico, con la delega a vendere, ha continuato a cercare all'estero potenziali investitori, senza fortuna. All'estate del 2014 risale il polverone creato dalla trattativa condotta dall'avvocato scledense Roberto Atzeni per conto dell'ex presidente del Varese Antonio Rosati. Prima di rimettere a Finalfa la delega a vendere, Cunico ci aveva provato un'ultima volta, trattando per tre mesi con un gruppo di investitori stranieri rappresentati da Yahya Kirdi, affarista siriano di nascita con base operativa in Canada. Mai nulla di concreto. Sul campo, o comunque a bordo campo, uno degli episodi più divertenti, ma soprattutto significativi di un ultimo decennio da pazzi, risale al luglio 2015. Il Vicenza gioca ad Auronzo di Cadore un’amichevole di lusso contro la Lazio. E la vince, grazie ad un gol del “laziale” Alessio Vita, ora al Cittadella. Ma a rubare la scena è il siparietto in tribuna con i tre presidenti Alfredo Pastorelli, Sergio Cassingena e Gian Luigi Polato, presenti per la partita e per nulla decisi a lasciare la gremita tribuna stampa nonostante le richieste dell’addetto stampa laziale che con incredulità e imbarazzo capisce che tre presidenti per un club sono troppi e forse a Vicenza qualcosa non sta funzionando proprio bene.

Marta Benedetti