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Due anni di illusioni e promesse

Boreas, Dejardins e gli altri L’assalto al Lane da film horror

Il 30 maggio 2016 è un giorno storico perché dopo più di undici anni il controllo del Vicenza passa da Sergio Cassingena, e quindi dalla sua società Finalfa che detiene il 92 per cento delle quote del club, alla Vi.Fin, finanziaria rappresentata da Alfredo Pastorelli il quale dopo la firma alza il pollice dal balcone dello studio notarile D’Ercole in corso Palladio. E’ l’avvio di un ciclo nuovo che non sarà felice. Pastorelli diventa presidente del Vicenza e Vi.Fin è presieduta dall'altro socio forte Marco Franchetto. Le divergenze però iniziano quasi subito, a fine dicembre 2016 in un’intervista al Giornale di Vicenza Pastorelli non le manda a dire ai soci: «Sotto il profilo economico mi hanno un po’ deluso, pago solo io». A metà maggio 2017 Stelvio Dalla Vecchia, socio Vi.Fin, replica a Pastorelli: «Ha voluto fare tutto lui, decidere tutto lui, senza mai consultarci e questi sono i risultati». La stagione è un disastro, la squadra retrocede in C e il 5 giugno Pastorelli si dimette dalla presidenza del Vicenza. La situazione è grave: la squadra è da rifare e ci sono difficoltà a reperire le risorse. Ma ecco che spunta un possibile compratore, Boreas Capital, finanziaria lussemburghese controllata da una holding, la IGS, con sede a Dubai. Negli stessi giorni l’ex presidente delle Ipab Gerardo Meridio presenta la proposta di una cordata genovese, bocciata però da Marco Franchetto che invece avvia subito i colloqui con Boreas, rappresentata da Francesco Pioppi. La trattativa si trascinerà per mesi inutilmente tra apparenti progressi e vere frenate.

LA SECONDA FASE
Quando tutto sembra fatto, come il 10 luglio con la firma di una “lettera di intenti” o il 13 novembre, con la delibera di cessione a Boreas dell’assemblea di Vi.Fin, c’è puntuale la retromarcia: o è Franchetto che “buca” l’incontro del 30 agosto per fissare il closing, o è Pioppi che il 6 dicembre dice di aver scoperto un milione e mezzo di debiti pregressi in più. Intanto Boreas non mette soldi nel Vicenza, Vi.Fin fatica sempre di più a onorare le scadenze e già da metà agosto Franchetto ascolta un secondo potenziale acquirente, il torinese Fabio Sanfilippo. Altra “lettera di intenti” firmata il 30 agosto e il 2 ottobre un contratto-quadro è pronto per un rogito notarile che però non arriverà mai. I tifosi sono infuriati, esasperati sono anche i giocatori che non vengono pagati da quattro mesi. Il 18 dicembre 2017 è la data limite per stipendi, contributi e arretrati e quel giorno, l’assemblea di Vi.Fin, pur di venirne fuori, nomina amministratore unico del Vicenza Sanfilippo, che esce dallo studio notarile con il 100 per 100 delle azioni ma non versa in banca assegni circolari per 500 mila euro destinati agli stipendi per un assurdo disguido tecnico, dice. Non li verserà mai però, neppure un euro. Il 21 dicembre la squadra rompe gli indugi e fa partire l’iter per la messa in mora della società, il 28 dicembre la procura della Repubblica manda al Menti la Finanza per acquisire documenti contabili e bilanci. Mentre regnano confusione e disorientamento, il 5 gennaio 2018 arrivano proposte d’acquisto da Alessio Sundas dell’agenzia Sport Man di La Spezia, da Ubaldo Calabrò a nome di un gruppo di industriali novaresi e dai francesi Raphael Clairin e Brice Dejardins. Siamo alla farsa ma i milioni di debito sono veri. Il 12 gennaio nella sede dell’Aic conferenza stampa dei giocatori del Vicenza accompagnati dal diesse Moreno Zocchi. Stefano Giacomelli a nome di tutti parla di “sei mesi di bugie, false promesse e prese in giro”, di una stagione a metà tra “ un film horror e una commedia farsesca”. E’ il punto zero della crisi, lo stesso giorno si muove la magistratura: la procura deposita in tribunale l’istanza di fallimento del Vicenza.

Alberta Mantovani