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La vicepresidente barbara mastrotto

«Saper evolvere e creare benessere per la comunità»

Il prodotto «che trasformiamo è un materiale duttile - ha detto ancora Barbara Mastrotto - che si lascia plasmare dai maestri artigiani del mondo del lusso e allo stesso tempo che garantisce, quando richiesto, performance e consistenza alle aziende industrializzate del mondo dell'auto e dell'arredo».«I tempi che stiamo vivendo sono congiunturalmente complessi, ma stiamo mettendo in campo le nostre migliori competenze per poter ancora una volta superare le difficoltà con l'ennesima trasformazione di una concia in continua evoluzione». Il settore ha creato molto ma condiviso poco, «e in certi casi questa timidezza ci ha penalizzati: come ad esempio la percezione, spesso non corretta, che abbiamo seminato, per non aver saputo comunicare efficacemente chi siamo e cosa facciamo. La concia per me è sinonimo di cultura, e l'abitudine di non condividerla all'esterno ha creato un gap che può essere chiuso solo in modo corale, attraverso, ad esempio, gli sforzi messi in campo dal progetto "Concia verso l'impatto ambientale zero", che abbiamo saputo ripianificare in alcune parti per renderlo possibile».Gli attori del territorio e della filiera devono «condividere la visione del futuro e creare una base su cui continuare a lavorare affinché la pelle resti al centro dell'economia della valle e sappia evolvere, rispondendo alle sempre nuove esigenze ambientali e di mercato, per creare il benessere questa comunità ha vissuto, vive e vogliamo continui a vivere». Ve.Mo.