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INTRODUZIONE

Circolarità intrinseca. È l’essenza del prodotto

di Veronica Molinari
IL TALK Sulle prospettive del comparto sono intervenute Fulvia Bacchi, direttore di Unic, e Stefania Lazzaroni, direttore di Fondazione Altagamma

Ad aprire l’appuntamento con “La Concia cambia pelle”, il progetto promosso dal Giornale di Vicenza e dal gruppo editoriale Athesis in collaborazione con Unic, condotto nella sede di Acque del Chiampo ad Arzignano dal condirettore del Giornale di Vicenza Luca Ancetti, è stata Barbara Mastrotto, vicepresidente di Confindustria Vicenza e imprenditrice della concia: «La pelle affonda le radici nella tradizione. È un prodotto che ha saputo stare sempre al passo con i tempi, anticipando mode ed esigenze, dimostrando la sua utilità sin dalle origini in quanto ha una circolarità intrinseca». Quello della concia «è un lavoro complesso, che richiede una buona dose di ingegno, competenza tecnica, esperienza, dal reperimento della giusta materia prima, ai processi sempre all’avanguardia, senza dimenticare il capitale umano». Essenziale la «visione ottimistica del futuro, a prescindere dalle difficoltà, perché il conciatore continua a cercare una soluzione fino a che la trova». Un mondo tanto affascinante quanto complesso, «ma un mondo molto intrigante e che appassiona - ha aggiunto - soprattutto quando le qualità e la visione del singolo fanno squadra». Pur con la tenuta del "lusso", il settore sta vivendo una pesante crisi come confermato da Fulvia Bacchi, direttore di Unic, la più importante associazione mondiale degli industriali della concia, intervenuta nel talk moderato da Maria Elena Bonacini: «Un periodo iniziato nel 2022 con una stima, per il 2023, di un calo del 12% in volume e di un fatturato del 7,6%. A livello produttivo abbiamo raggiunto il punto più basso degli ultimi 40 anni per la situazione geopolitica, l'inflazione che pesa seppur ridotta, la sovrapproduzione da parte dei brand, il diminuito potere d'acquisto a cui non è estraneo il cambiamento climatico. Insomma una tempesta perfetta a cui si aggiungono le 35 normative dell'Ue che impatteranno sul settore e che costringeranno le nostre aziende a subire continui aumenti per modificare il processo produttivo. Si reagisce con innovazione e ricerca e l'associazione accompagna le aziende sui mercati esteri con nuove prospettive e destinazioni. Come Unic siamo presenti a livello europeo e lavoriamo sulla comunicazione promuovendo la conoscenza della pelle soprattutto rivolgendoci ai giovani attraverso la formazione». «Il consumatore di lusso cresce - ha detto Stefania Lazzaroni, direttore generale di Fondazione Altagamma, il comitato dei marchi di lusso italiani - Nel mondo sono 400 milioni di persone destinate ad aumentare. Dopo il Covid c'è stata un'overdose di acquisti di prodotti di lusso, soprattutto di pelletteria, ma nell'ultimo anno ci si è spostati verso turismo e ospitalità. Bisogna porre in atto nuovi atteggiamenti tra cui una presenza più attiva in Europa anche attraverso il sostegno dei nostri governi facendo sì che questi settori, asset italiani, vengano valorizzati. C'è un fabbisogno nella filiera manifatturiera, testimoniato da uno studio condotto sei anni fa da noi con Unioncamere, di 346 mila persone e solo il 50% verrà evaso. Con il progetto "Adotta una scuola" vogliamo superare questa mancanza dovuta a come viene percepito il posizionamento di questi lavori, a un problema di informazione corretta per le famiglie e al depauperamento delle scuole tecniche professionali. I nostri brand, 33, hanno adottato 38 istituti creando una sinergia efficace per una proposta formativa più allineata alle esigenze delle aziende».