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LA CONCIA CAMBIA PELLE

La sostenibilità può nascere solamente dalle sinergie

di Matteo Carollo
IL TALK CON GLI ENTI Sono intervenuti Andrea Chiorboli di Acque del Chiampo, Luigi Culpo di Medio Chiampo, Matteo Macilotti del Distretto della pelle

Non ci può essere sostenibilità né tutela del territorio senza l’impegno di chi produce, da una parte, e di chi ha il compito di garantire i migliori sistemi di depurazione, frutto della ricerca e di importanti investimenti, dall’altra. Il distretto della concia ha fatto della sostenibilità, intesa come rispetto del territorio, ma anche dal punto di vista economico, una parte fondamentale del ciclo produttivo. Sono i temi di cui si è discusso, all’evento “La concia cambia pelle”, nel focus dedicato alla depurazione, moderato dal caposervizio del Giornale di Vicenza Gianmaria Pitton. L’approfondimento ha visto confrontarsi il direttore generale di Acque del Chiampo Andrea Chiorboli, il direttore di Medio Chiampo Luigi Culpo e il direttore del Distretto veneto della pelle Matteo Macilotti. «Abbiamo depurato bene, lo dicono i dati - ha esordito il direttore generale Chiorboli -, ma soprattutto in questi ultimi anni abbiamo cercato di occuparci non solo di quello che arriva al depuratore o di quello che le concerie immettono nel sistema fognario; l’impulso e la necessità, oggi, sono quelli di entrare nelle concerie e confrontarsi per capire che tipo di materie prime entrano nelle aziende. Non è detto che tutto quello che è “green” per una conceria possa essere sostenibile per un depuratore come quello di Arzignano». «Abbiamo investito 50 milioni di euro, di cui 10 solo negli ultimi 7 anni, per far sì che le nostre strutture siano efficienti e diano i risultati attesi in termini di depurazione - ha poi sottolineato il direttore Culpo -. Abbiamo avuto anche una trasformazione digitale all’interno dei nostri impianti in modo da avere un controllo continuo e una maggior risposta nei casi di emergenza. È un percorso che non termina qui, ma che continua: la ricerca è per noi quotidiana e stiamo portando avanti altre attività che miglioreranno ancora di più la fase depurativa. Negli ultimi sei anni non abbiamo mai avuto uno sforamento dei limiti autorizzati». «La depurazione - ha proseguito il direttore Macilotti - non inizia nel depuratore, ma dal momento in cui si costruisce il prodotto chimico, in cui si lavora in conceria; quella del depuratore è solo la fase finale. Soltanto se l’intera filiera lavora bene, si riesce ad ottenere un buon risultato. Dobbiamo ricordare, poi, che formazione, know how, artigianalità si basano sul capitale umano; se questo non viene sviluppato, non saremo in grado di costruire ricerca, artigianalità, know how; il core business del distretto, quindi, è la formazione di coloro che si occuperanno del settore da oggi in poi. Da qui il coordinamento con l’Its Green Leather Management, con l’istituto conciario Galilei; con Unic cerchiamo di fare programmi di orientamento e di promozione del settore della pelle nelle scuole. Stiamo anche ragionando su una conceria didattica, una struttura che formerà i futuri lavoratori delle nostre imprese, non solo delle concerie, ma anche delle aziende di depurazione e dei costruttori di macchine». Il confronto ha rappresentato l’occasione per tracciare le prospettive future. «È in corso un progetto pilota che tratta il percolato delle discariche - ha spiegato Culpo -. Questo intervento ci permette di rimuovere completamente i pfas e abbiamo notato come ci sia la possibilità di ridurre anche altri inquinanti. Ci stiamo già muovendo per poter trattare il refluo in uscita dal depuratore con questo tipo di impianto. Saper leggere in anticipo il mercato è una necessità e lo abbiamo fatto fin dall’inizio, quando si sono iniziati a costruire gli impianti di depurazione». «Abbiamo cantieri aperti per oltre 35 milioni di euro - ha specificato Chiorboli -. In primis, il comparto dell’ozono, in fase di avviamento: un impianto tecnologicamente avanzato, unico nel suo genere. Abbiamo poi cantieri aperti nell’ambito dell’ammodernamento di vasche che hanno più di quarant’anni di età e ciò diventa l’opportunità per migliorare anche gli aspetti energetici. Le nuove linee strategiche prevedono di affrontare il tema delle energie rinnovabili: realizzeremo in un’ex discarica un parco fotovoltaico che renderà più sostenibile l’impatto energetico dell’impianto di depurazione di Arzignano. Tra gli investimenti, anche una nuova vasca di omogeneizzazione, un sistema che rende più sicuro il livello di servizio che garantiamo a tutti gli utenti collegati al depuratore. Gli obiettivi fondamentali sono la sicurezza del sistema depurativo, c’è un miglioramento continuo, necessario anche a fronte delle nuove normative. Poi c’è il prolungamento del collettore di Arica: l’azienda sta portando avanti il progetto, a giorni prevediamo un’approvazione che renderà possibile un finanziamento ulteriore di 10 milioni, che il ministero ci ha promesso. L’investimento complessivo sarà così pari a 20 milioni di euro, con 14 milioni di finanziamento statale». Macilotti ha infine parlato del nuovo protocollo regionale in materia: «Il protocollo promosso dalla Regione attraverso l’assessore Elena Donazzan ha come scopo l’individuazione di nuovi strumenti per la formazione e per il welfare territoriale nel settore pelle. L’obiettivo è mettere insieme tutti gli attori della filiera; ci siamo incontrati, abbiamo discusso, è stata presentata una prima bozza, ogni soggetto sta presentando le sue osservazioni; mi sembra sia intenzione della Regione arrivare velocemente a stipulare l’accordo che potrà portare risorse per la formazione e per i temi di welfare nel nostro territorio. Per avvicinare i nostri giovani a questo settore è necessario fare orientamento: non possiamo fare ricerca e sviluppo se non abbiamo ragazzi che decidono di restare qui e che il loro futuro possa essere in questo territorio. Con una formazione sempre più specializzata potremo riuscire a raggiungere questo obiettivo».