<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
la disabilità

Scatta il Peba per una città accessibile senza barriere

Disabile a chi? Non certo alla corazzata di atleti medagliati che, alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, ha riportato in patria il miglior medagliere di sempre. Ben 69 i podi conquistati dagli sportivi azzurri che, con 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi hanno fatto brillare la stella tricolore illuminando la lunga estate italiana. Merito di una scintillante Bebe Vio, simbolo di forza e determinazione,manon solo. Tutta questa premessa – doverosa – per andare a centrare uno dei temi imprescindibili nella programmazione e nella pianificazione delle città e dei territori: l’accessibilità e l’inclusione. Due termini che sono parte integrante nel processo per il raggiungimento di una piena sostenibilità sociale, nel rispetto dei diritti di ogni individuo. Che dev’essere in grado di poter prendere un autobus, andare al cinema, al ristorante o anche semplicemente fare una passeggiata senza dover per forza necessitare di un accompagnatore, o peggio, rinunciare. In questo senso nasce il Peba, il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche di cui i Comuni si stanno dotando per monitorare, progettare e pianificare tutte le iniziative utili all’abbattimento degli ostacoli e per rendere la città aperta e fruibile a chiunque. Non ci sono infatti solo persone in carrozzina o non vedenti o con altre disabilità fisiche ad avere diritto a vivere dignitosamente e senza fatica: ci sono gli anziani, che in una società sempre più longeva costituiscono una parte predominante della popolazione.Epoi ci sono i genitori con bambini nel passeggino, le donne incinte e tanti, tanti altri casi. Il documento è stato adottato dalla giunta comunale berica nel novembre 2019, dopo un lungo iter che ha coinvolto gli assessorati alle infrastrutture (con i servizi mobilità e trasporti, Infrastrutture e gestione urbana, nonché lavori pubblici e manutenzioni) e alla famiglia e alla comunità. A curare la redazione del piano anche una trentina di associazioni del mondo sociale e delle persone con disabilità. Una task force che ha passato al setaccio la città prendendo in esame in particolare i luoghi più utilizzati dalla maggior parte dell’utenza cosiddetta “debole”: 50 edifici, 19 vie del centro storico, 13 aree verdi, tra cui parchi gioco e giardini o parchi pubblici, 19 unità urbane, 11 fermate del servizio di trasporto pubblico locale urbano. Il processo di rilevazione ha portato alla luce 1.620 barriere architettoniche inambito urbano (dislivelli costituiti da gradini, cordoli, passi carrai, pendenze eccessive, pavimentazioni sconnesse/deformate/ sdrucciolevoli, assenza di marciapiedi, percorsi pedonali di larghezza insufficiente) e 1.350 in ambito edilizio (accessi inadeguati agli edifici, servizi igienici riservati inesistenti o inadeguati, assenza di segnaletica informativa tattile). Limiti fisici il cui superamento è stimato in 9.800.000 euro circa (4.700.000 euro per l’ambito edilizio e 5.100.000 euro per l’ambito urbano). L’opera di riqualificazione è già partita: dalla creazione di percorsi podotattili per consentire ai non vedenti di raggiungere in sicurezza il tribunale all’app promossa dal Lions Club per “svelare” oltre 500 siti cittadini a chi non può vedere. Ancora, tra le azioni più recenti, l’abbattimento delle barriere fisiche per chi ha difficoltà motorie. L’ultimo tassello in ordine di tempo nel mosaico dell’accessibilità cittadina riguarda infatti i lavori di adattamento e sistemazione in chiave accessibile delle fermate dei bus. Il primo intervento è stato eseguito in viale Framarin, davanti al teatro Comunale, con l’adeguamento dell’area di attesa all’altezza del mezzo pubblico per consentire una salita agevole agli autobus. Il resto degli interventi in programma si protrarranno fino a inizio 2022 e riguarderanno le fermate di via Pecori Giraldi, via Cairoli, via Cavalieri di Vittorio Veneto, via Lago Maggiore, via Mentana, via Maffei, via dei Laghi, via Corelli e, appunto, viale Framarin. Dalla seconda settimana di ottobre prenderanno il via, inoltre, i lavori in altre fermate dei bus, per altri tre mesi. Si tratta delle fermate di piazza San Giuseppe, viale Milano, contra’ Pedemuro San Biagio, viale Giuriolo. A seconda del contesto, si realizzeranno rampe con pendenza adeguata; si provvederà al rialzo del marciapiede rispetto alla quota stradale per tutta la lunghezza dello spazio di sosta degli autobus; si poserà specifica pavimentazione tattile per la disabilità visiva; e si sposteranno le paline di fermata. I singoli interventi riguarderanno fermate servite dalle linee ad alta mobilità (Lam), vicine a grandi poli attrattori e altre linee di trasporto pubblico locale, e si estenderanno fino all’attraversamento pedonale più vicino. L’importo complessivo dei lavori è pari a 208 mila euro. «Ogni lavoro pubblico che programmiamo comprende anche l’impegno di intervenire sugli ostacoli che possono impedire la fruibilità degli spazi a tutti i cittadini – ha ribadito di recente il sindaco Francesco Rucco - è un impegno importante che stiamo portando avanti con determinazione e concretezza». Che la ministra per le disabilità nel governo Draghi sia una vicentina – Erika Stefani – è casuale, certo, ma non secondario. Esono proprio i dati raccolti dal ministero a ricordare che in Italia ci sono oltre 60 mila persone che – con gravità differenti – hanno una qualche forma di limitazione nelle attività abitualmente svolte.

Giulia Armeni