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la risorgiva

Risorgive, falda e montagna. Acqua da proteggere

L’agenda per lo sviluppo sostenibile dell’Onu che guarda al2030mette l’accesso universale ad acqua pulita e servizi igienico- sanitari al punto 6 del suo elenco. Inutile forse dire che parlare di sostenibilità senza trattare l’argomento “acqua” è praticamente impossibile. Ed è allo stesso modo improbabile pensare di parlare dell’oro blu nel Vicentino senza ascoltare i piani di Viacqua. La società vuole mettere l’acqua al centro del dibattito socio-culturale e non solo tramite la sensibilizzazione. Lo vuole fare offrendo un palcoscenico concreto su cui consacrare questo elemento: le risorgive del Bacchiglione. «Dopo un confronto con i sindaci dei Comuni di Dueville, Caldogno e Villaverla per definire la convenzione, posso dire che l’attuale gestione delle risorgive sarà prorogata fino al 2036, che è anche l’anno di scadenza del servizio idrico integrato - spiega senza nascondere un certo orgoglio il presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman - saremo il gestore vero e proprio delle risorgive del Bacchiglione conunpiano di investimenti importante perché la nostra idea è che diventiun luogo simbolico per gli aspetti valoriali, culturali, formativi ed economici legati all’acqua e alla natura ». «Oltre a implementare l’attività che già svolgiamo con le scuole - spiega più nel dettaglio - si parla del centro di ricerca sulla qualità dell’acqua di falda, ma anche di avviare percorsi con scuole e università per formare figure legate alla sostenibilità. Una delle nostre ambizioni è di sostenere un modello di sviluppo regionale che guardi alla qualità. Tra l’altro, abbiamo la fortuna di avere a disposizione un luogo di cui altri non dispongono masiamo generosi e desideriamo condividerlo, avendo la fortuna di poter contare su una posizione baricentrica, vogliamo essere al centro delle politiche del futuro ». Castaman prosegue svelando le altre strade aperte. «Stiamo elaborando anche un altro progetto che resta in fase embrionale per la salvaguardia e la tutela delle acque di montagna, di cui abbiamo capito l’importanza - racconta - stiamo predisponendo un “Progetto Montagna” che va in questa direzione, con milioni di investimento che andranno ad accentrare programmi che avrebbero avuto tempi di sviluppo diversi. L’obiettivo, in questo caso, è mettere in sicurezza la montagna, anche per salvaguardare la pianura. Chiameremoa raccolta i sindaci soci di queste aree e altri soggetti pubblici perché questi sono i veri bacini petroliferi del futuro e dispongono di una quantità e di una qualità dell’acqua importanti per il nostro fabbisogno ». Castaman prosegue dritto sul filone della sostenibilità: «Non si deve parlare solo dell’acqua che si preleva,maanche di quella che si depura e che esce dai nostri impianti. Dobbiamo favorire sempre di più un riutilizzo secondo di questa risorsa. È untemache in qualche altro Paese d’Europa è già sviluppato. Noi siamo arrivati con qualche ritardo». Il presidente di Viacqua tocca un altro tema: «Il nostro impegno è di lavorare su quello che esce dai depuratori e sugli stessi fanghi di depurazione. Si tratta di 17-20 mila tonnellate l’anno. Vogliamo arrivare a una forte diminuzione attraverso l’uso di tecnologie già esistenti, come l’essiccazione. Ed è una necessità non solo ambientale ma pure economica, anche perché in due anni sono raddoppiati i costi di smaltimento dei fanghi; arriviamo a quasi 4 milioni di euro l’anno». In conclusione, un’amara considerazione che però fa capire quanto il tema del “climate change” sia sentito: «La stagione secca e prolungata ha portato al 40 per cento di minor ricarica delle falde e questo è un tema che dovremo considerare, perché i cambiamenti climatici, piaccianoo no, sono evidenti, anche in zone tradizionalmente ricche di risorse idriche come la nostra».

Karl Zilliken