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Ambiente e rischi

Falda, crisi senza fine: «Stiamo consumando troppa acqua»

Al pozzo di Dueville in 60 anni il livello è sceso di 1,5 metri. Altissimo: «Dagli anni '60 al 2015 l’incremento dei prelievi è stato del 400%. Dobbiamo ridurre gli sprechi»

Dopo le ultime settimane di maltempo e in un luogo circondato da vasche d’acqua come le risorgive del Bacchiglione, guardare con preoccupazione alla risorsa idrica nel Vicentino sembra quasi esagerato. Eppure è proprio quando l’acqua c’è - e quindi fuori dall’emergenza - che vanno pianificate azioni e contromisure. Anche perché l’oro blu, anche in una terra di fiumi e risorgive, inizia ad andare in sofferenza.

La falda si abbassa nonostante le alluvioni

Lo dicono i numeri - con la falda che al pozzo di Dueville in 60 anni ha perso un metro e mezzo di livello - e lo dice il recente passato: «Nel 2022 abbiamo vissuto anche da noi la guerra dell’acqua», ha ricordato il presidente di Viacqua Giuseppe Castaman. L’occasione per fare il punto della situazione è stato l’appuntamento “Acqua: sfide globali e obiettivi locali per un futuro di benessere comune” proposto da Comune e Viacqua, in collaborazione con i Comuni di Arcugnano, Caldogno, Costabissara, Creazzo, Dueville, Monticello Conte Otto, Quinto Vicentino, Torri di Quartesolo e Villaverla, in occasione della domenica ecologica di marzo. «Due miliardi di persone al mondo non hanno accesso all’acqua potabile e dunque quello che noi diamo per scontato, per una grande parte della popolazione mondiale, bambini compresi, non lo è. Serve dunque un uso più responsabile in tutti i settori», ha ricordato subito l’assessore all’ambiente del capoluogo Sara Baldinato, introducendo il convegno.

Il consumo di acqua è troppo elevato

A posare la lente sulla situazione del Vicentino è stato invece l’esperto di risorse idriche Lorenzo Altissimo. Che dopo aver snocciolato numeri, ha riassunto il tutto in un monito: «Tutti noi consumiamo troppa acqua», parlando di un patrimonio di riserva idrica che inizia a mostrare segni di sofferenza. «In tutta la Pianura Padana, Veneto compreso, la portata delle risorgive è in diminuzione - ha aggiunto - Dagli anni Settanta al 2019 la portata delle Risorgive dai Lessini al Sile è diminuita del cinquanta per cento ed è una tendenza che continua». Perché? «Le cause sono note - ha ribadito - ci sono elevati consumi e se un elevato consumo d’acqua è un indicatore di benessere economico e sociale, oltre una certa soglia può diventare spreco. Dagli anni Sessanta al 2015 l’incremento dei prelievi è stato del 400 per cento, ma addirittura nella parte di Almisano di sei volte, a fronte di un aumento della popolazione di circa il 15 per cento. Dobbiamo iniziare adesso a lavorare per ridurre gli sprechi».

Consumo pro capite di 265 litri al giorno

Spazio anche al concetto di “impronta idrica”, ossia l’impatto personale sulla risorsa idrica dovuto all’uso più o meno oculato. Da tabella illustrata da Altissimo, Viacqua, nei 68 comuni per cui gestisce il servizio, ha una media pro capite di consumo di circa 265 litri al giorno. A livello veneto, con la media calcolata sui 13 gestori «che ogni anno distribuiscono circa 570 milioni di metri cubi di acqua a una popolazione di 5,5 milioni di abitanti», si parla di un consumo pro capite giornaliero di circa 280 litri. Valori «troppo elevati», ha sottolineato Altissimo e «sopra la media europea, che parla di 120 litri abitante giorno. In Italia siamo a 240». Troppo elevato il prelievo dalla falda operato «dai gestori degli acquedotti e dagli altri utilizzatori, attività produttive, consorzi di bonifica».

Le difficoltà dei bacini del Vicentino

L’organizzazione mondiale della sanità ha indicato come soglia «il 20 per cento dell’acqua che entra ogni anno, ma nel bacino del Chiampo Agno Guà siamo al 67 per cento». Anche il pozzo di Dueville mostra le difficoltà della falda che in 60 anni si è abbassata di 1,5 metri, come raccontato attraverso le slide. «Quello che possiamo fare noi per le risorgive - ha concluso - è rallentare la fase di svuotamento, riducendo i prelievi».

Anche l'agricoltura deve fare la sua parte

Chiamata in causa anche l’agricoltura, con il suo fabbisogno di acqua. A tal proposito, il direttore di Anbi Veneto (Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione) Andrea Crestani ha parlato di “Coltivare in carenza d’acqua: l’agricoltura che sfida il deficit idrico”, evidenziando i riflessi delle decisioni. «Tecniche di irrigazione considerate poco efficienti in molti casi svolgono funzioni ambientali preziose, si pensi alla funzione di ricarica di falda derivante dall’irrigazione a scorrimento utilizzata per secoli nei territori di pedemontana. Sono tecniche sempre meno utilizzate che però hanno avuto per lungo tempo ricadute apprezzabili sulla ricarica di falda, e quindi sulle risorgive e i fiumi da esse alimentati». «È doveroso ammodernare i sistemi di irrigazione, ma l’acqua che oggi scorre nei canali irrigui permette al nostro paesaggio di mantenersi verde e vario dal punto di vista della biodiversità. Non possiamo intubare tutta l’acqua».

L'importanza delle infrastrutture idriche

Castaman, presidente di Viacqua, ha parlato dell’importanza di investire nel sistema idrico. «I fondi Pnrr destinati all’idrico sono stati 4 miliardi a livello nazionale, più o meno la somma che i gestori investono complessivamente ogni anno», ha evidenziato. Da questo punto di vista Viacqua ha investito quasi 60 euro pro capite per il sistema idrico, mentre nel 2024 saliranno a 90. Parte dei fondi Pnrr giunti nel Vicentino, circa 10 milioni, inoltre «sono destinati alla riduzione delle perdite, perché se Vicenza si attesta al di sotto del 20 per cento, ci sono zone dove si arriva anche al 70».

L'utilizzo delle acque reflue

E ha aperto anche a un altro tema: «Il riuso delle acque. Noi abbiamo sempre parlato di acqua pulita, ma c’è anche un’acqua che da pulita diventa sporca, viene depurata e viene immessa nei corsi d’acqua. E una parte può essere benissimo usata per scopi secondari. In Italia l’utilizzo delle acque reflue è al 4%, in Spagna al 37. Ci sono margini di crescita importanti». 

Alessia Zorzan