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Serve fare di più

Sicurezza sul lavoro: un tema che deve ritornare centrale

Il dramma delle morti bianche nel 2023
By Athesis Studio

Recenti casi di cronaca riaccendono i riflettori sul tema delle morti bianche, una tragedia infinita che anche nel 2023 continua a funestare il nostro paese. La coscienza collettiva si risveglia ad ogni incidente mortale per poi sopirsi pochi giorni dopo: occorre fare molto di più ad ogni livello, soprattutto sul piano istituzionale e  associazionistico.

I dati diffusi dall’Inail sugli incidenti mortali
I dati diffusi dal sito web ufficiale dell’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) relativi agli infortuni sul lavoro con esito mortale nel primo quadrimestre dell’anno sono sono allarmanti. Dal report pubblicato sul sito ufficiale www.inail.it riportiamo quanto segue: le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate nel primo quadrimestre 2023 sono state 264, tre in più rispetto alle 261 registrate nel primo quadrimestre 2022, 42 in meno rispetto al 2021, 16 in meno rispetto al 2020 e 39 in meno rispetto al 2019. A livello nazionale i dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano per il primo quadrimestre 2023 rispetto al pari periodo 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 70 a 57, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 191 a 207. L’aumento ha riguardato solo l’Industria e servizi (da 219 a 227 denunce), a differenza dell’Agricoltura (che scende da 31 a 28) e del Conto Stato (da 11 a 9). Dall’analisi territoriale emerge un incremento nel Nord-Ovest (da 74 a 79 casi), al Centro (da 58 a 60) e nelle Isole (da 17 a 20), un calo nel Nord-Est (da 65 a 60) e al Sud (da 47 a 45). Tra le regioni con i maggiori incrementi si segnalano la Liguria, l’Umbria e la Campania (+6 casi mortali ciascuna), mentre i cali più evidenti sono quelli di Puglia (-6), Toscana, Emilia Romagna e Provincia autonoma di Bolzano (-4 ciascuna).

Numeri in aumento  rispetto al 2022
L’aumento rilevato nel confronto tra i primi quadrimestri del 2022 e 2023 è legato solo alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 233 a 243, mentre per quella femminile si registra un calo, da 28 a 21. Costanti le denunce dei lavoratori italiani (217 in entrambi i quadrimestri), in aumento quelle degli extracomunitari (da 29 a 39) e in calo quelle dei comunitari (da 15 a 8). Dall’analisi per classi di età, si registrano aumenti tra gli under 29 (da 28 a 36 casi) e tra gli over 49 (da 133 a 161) e diminuzioni nella fascia 30-49 anni (da 100 a 67). Al 30 aprile di quest’anno risultano tre denunce di incidenti plurimi, per un totale di sei decessi, due dei quali stradali. Anche nel primo quadrimestre del 2022 gli incidenti plurimi erano stati tre per un totale di sei decessi, tutti stradali. Si chiude qui il report dell’Inail sui primi 4 mesi del 2023. Non rimane che augurarsi un calo statistico in relazione ai dati dell’anno nel suo complesso, anche se il numero di croci bianche che popola la cronaca dei quotidiani nel periodo primaverile ed estivo getta un’ombra scura.

Formazione e gestione dei rischi
Per contenere il drammatico fenomeno delle morti sul lavoro non esistono formule magiche: occorre chiedere a gran voce norme più severe, una rigorosa formazione del personale ed una gestione dei rischi a livello aziendale che ponga il lavoratore sempre più al centro. Identificare ed evidenziare potenziali occasioni di pericolo è un obbligo da ottemperare con il massimo rigore, in modo da poter attuare strategie efficaci in grado di salvare vite umane.