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L'accelerazione

Innovazione e big data Il business è nei numeri

By Athesis Studio

Volume, velocità, varietà. Ma anche Veridicità e Variabilità. La regola delle 5V per Doug Laney, (oggi vice presidente and distinguished analyst del Gartner Chief Data Officer Research and Advisory Team) che nel 2001 spiegò così i Big Data. Un modello semplice per definire i nuovi dati generati dell’aumento delle fonti informative e più in generale dall’evoluzione delle tecnologie.

Un modello che oggi è alla base del successo di molte imprese, piccole o grandi che siano. Se ne sono accorte anche le aziende vicentine e infatti non è un caso che nel territorio berico l'export dei prodotti hi-tech si aumentato passando dal 35,5% del 2019 al 36,7 del 2020. Nel 2015, per dire, era al 33,5%.

Numeri contenuti nel report dell'' Ufficio studi della Camera di commercio di Vicenza guidato da Diego Rebesco. Titolo: "Innovazione", declinata nelle sue mille sfaccettature. Tornando ai Big Data, essi vengono, anche, dalla multimedialità attraverso dispositivi fissi e mobili che usiamo per vivere e per lavorare: immagini, video, post e molto altro. I Big Data arrivano infatti anche dai social media, e da tutto il traffico di informazioni che transita dai vari sistemi di CRM, dalla cassa di un supermercato che striscia una carta fedeltà a una telefonata che arriva a un call center. Ma i Big Data sono concretamente util, per qualsiasi azienda, ente, società, istituzione.

Come?Aiutano a capire le reazioni dei mercati e la percezione che questi hanno dei brand; identificano i fattori chiave che muovono le persone ad acquistare un certo servizio o un determinato prodotto; tracciano un segmento della popolazione per personalizzare quanto più possibile le strategie d’azione; fanno guadagnare in predittività, grazie a uno storico di informazioni talmente ad ampio raggio e puntuale da consentire simulazioni molto più che verosimili. E, non da ultimo, generano nuovi modelli di business. Per raggiungere quest'ultimo punto in particolare, le aziende devono investire. Nel 2020 la maggior parte della spesa si è concentrata sui software (52%, +16% rispetto al 2019, include database e strumenti per acquisire, elaborare, visualizzare e analizzare i dati, applicativi per specifici processi aziendali), in particolare per Artificial Intelligence e le Data Science Platform.

Seguono i servizi, che rappresentano il 28% del mercato, e le risorse infrastrutturali (20%, +7%), cioè i sistemi di abilitazione agli Analytics in grado di fornire capacità di calcolo e di storage. La spesa per gli Analytics in Cloud cresce del +24% e questa componente arriva a pesare il 19% della spesa (+2% rispetto al 2019).

La crisi sanitaria non ha fermato la corsa dei kibs vicentini, ovvero aziende che forniscono servizi ad alto contenuto di conoscenza. A fronte di un calo delle imprese di servizi (-1,2%) nel 2020, i "kibs" sono aumentati dell'1%, raggiungendo così il ragguardevole peso dell' 11% sulle imprese di servizi, pari quasi a 6.300. Per quanto riguarda il numero delle unità locali, il campo della direzione aziendale e consulenza gestionale appare in maggiore crescita, a +81,3%, con un numero che passa da 731 nel 2009 a 1.325 nel 2020 (+41 nuove unità locali solo nell'ultimo anno). Dal 2009 cresce anche il settore ricerca e sviluppo, anche se in leggero calo su base annua (+78,8%). In aumento negli ultimi 12 anni anche le imprese che si occupano di produzione di software e consulenza informatica (+40,7%), le attività legali (+67,8%), gli studi di architettura e ingegneria (+7,2%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+30,2%).

In calo invece sempre dal 2009 le attività di selezione del personale (- 7,4%) e la pubblicità e ricerca di mercato (-4,6%). Digital trainante In un anno difficile per l'occupazione, le unità locali digitali vicentine hanno dato lavoro a 209 persone in più (quasi tutti nella produzione di software e consulenza informatica). Resta ampio il divario però sul fronte delle start-up innovative: a Vicenza sono 154, appena il 13,8% del Veneto, contro le 332 di Padova (29,8%) e le 225 di Verona (20,2%).