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Stile di vita

Le buone abitudini per invecchiare in salute

In una società sempre più “matura”, la salute degli anziani e le problematiche socio-assistenziali risultano di primaria importanza nel sistema del welfare nazionale. Il tema, tuttavia, non è solo assistenziale: fondamentale è l’attività di prevenzione ed educazione alla salute, anche e soprattutto rivolta a questa fascia di popolazione. Infatti, sebbene il rischio di malattie aumenti con l'età, i problemi di salute non sono una conseguenza inevitabile e possono in gran parte essere contrastati seguendo delle semplici misure preventive. È buona norma innanzitutto - non solo per coloro che sono già anziani - condurre uno stile di vita sano, che implichi una buona alimentazione, e naturalmente è importante non fumare.

Un capitolo a parte merita l’attività fisica. Ginnastica, passeggiate e perché no, serate di ballo portano benefici fisici e psicologici, senza dimenticare che l’esercizio fisico riduce l’incidenza di molte malattie: le patologie cardiovascolari, l’ipertensione, il diabete tipo II, la broncopatia cronica ostruttiva, il cancro del colon e l’osteoporosi. Per non parlare di molte problematiche tipiche dell’invecchiamento (cadute, fratture di femore, declino funzionale, depressione, ansia, demenza): anche qui i benefici dell’attività fisica sono straordinari. Insomma è la qualità della vita che migliora.

Numerose evidenze scientifiche confermano che la pratica di almeno 3 volte a settimana di un’attività fisica ha effetti positivi nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e metaboliche, sulla longevità e sulla capacità funzionale (il fitness) dell’anziano. Esistono a questo proposito delle regole ed esercizi molto semplici che, in abbinamento ad un alimentazione varia ed equilibrata, ogni anziano dovrebbe adottare e praticare quotidianamente per mantenersi in forma e restare giovane nella mente e nel corpo. In particolare è stato dimostrato che il grado di fitness è inversamente proporzionale ai livelli di pressione arteriosa. L'efficacia dell'attività fisica regolare sulla riduzione pressoria in pazienti con ipertensione lieve o moderata è stata infatti oggetto di numerosi studi. Secondo gli esperti dunque un esercizio lieve della durata di 30-60 minuti è la metodica più efficace contro l'ipertensione. Per quanto riguarda la frequenza degli allenamenti è consigliabile eseguire almeno tre sedute settimanali.

Eppure la pratica di un’attività fisica condotta con regolarità, almeno due volte a settimana, è un’abitudine che la gran parte della popolazione nei paesi industrializzati non ha. In Italia, secondo recenti studi, tra le persone con età superiore ai 65 anni solo una su quattro svolge un’attività fisica regolarmente. Questo anche se la medicina sportiva ha potuto costatare da tempo come negli sportivi “di vecchia data” l'uso costante e sorvegliato di un'attività sportiva adeguata incrementa le resistenze totali dell'organismo, limita l'involuzione muscolo-scheletrica e cardio-vascolare, stimola le capacità psico-intellettuali del soggetto. La senescenza, quindi, non deve essere considerata esclusivamente un fenomeno fisiologico, bensì una “condizione” legata anche agli stili di vita e alle condizioni ambientali.

Un tessuto muscolare quotidianamente attivo è, infatti, il motore attraverso cui sono impiegati la maggioranza degli zuccheri, grassi e proteine introdotti con l’alimentazione. Un muscolo inattivo, invece, limita la potenzialità espressiva della persona e conduce ad un invecchiamento precoce ed accompagnato da tutte quelle patologie legate alla sedentarietà. È a questo livello che la medicina preventiva può realizzarsi pienamente.
Non solo: l’esercizio fisico può essere anche un’ulteriore occasione di socializzazione, altro tema fondamentale insieme alla pratica delle attività intellettuali, per prevenire il decadimento cognitivo e mantenere una condizione psicologica favorevole.
Parallelamente, di grande importanza è anche la diagnosi precoce: ecco allora l'invito ad effettuare periodicamente esami diagnostici e a tutelarsi da eventuali incidenti domestici. È inoltre significativo il fatto che, se fino a poco tempo fa anche per i controlli più semplici era indispensabile rivolgersi alle strutture ospedaliere o al proprio medico curante, oggi molte farmacie mettono a disposizione dei cittadini numerosi utili servizi come il controllo del peso, la misurazione della pressione o del colesterolo piuttosto che la prenotazione di esami e visite specialistiche.

Tutte iniziative queste, che hanno diretta influenza sul miglioramento della qualità e dell'aspettativa di vita. Non a caso recenti studi fotografano nuove generazioni di “nonni” sempre più sani e longevi, che rappresentano sempre più un autentico pilastro della società, soprattutto per le giovani famiglie. Qualche dato: in Italia vivono circa 6.911.000 di nonni, 5.948.000 dei quali si prendono cura dei nipoti in modi e tempi diversi. Un'indagine svolta dall’IRES inoltre parla chiaro: il miglioramento delle condizioni di salute della popolazione anziana permette a questi nonni di lavorare più a lungo, essere attivi e diventare una autentico sostegno per i figli.