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Nuovi bisogni

In Italia la Silver Economy vale già oggi 43 miliardi di euro

È evidente che una società sempre più “anziana” implica un cambiamento rilevante in equilibri consolidati, ponendo nuove sfide sul piano economico, sociale e assistenziale.

“Gli over 65 sono la classe che è cresciuta di più negli ultimi 10 anni in Italia. Di questi, un anziano su due soffre di almeno una malattia cronica grave, mentre quasi un terzo ha difficoltà a svolgere almeno un’attività quotidiana di tipo domestico”, spiega la dottoressa Michaela Camilleri, dell’Area Previdenza e Finanza del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. “Questo si traduce in un bisogno di assistenza che ha un peso importante per le famiglie, ma anche per il pubblico. Il totale delle spese collegate al welfare, e quindi gran parte all’invecchiamento e alla non autosufficienza, pesa più del 54% della spesa pubblica totale annua, più del 27% del PIL annuo nazionale”

Allo stesso tempo, questa evoluzione può rappresentare anche una nuova opportunità di mercato: è la cosiddetta “Silver Economy”, che in Italia vale già oggi 43 miliardi di euro e un milione di occupati, secondo un recente studio di Itinerari Previdenziali.

Resta da capire chi dovrà farsi carico delle sempre maggiori spese assistenziali, ovvero su come gestire le risorse tra pubblico e privato, considerando però anche la spesa intermediata, che in Italia è ancora bassa, ma che nel futuro dovrà crescere. La tendenza all’aumento della spesa privata dipenderà probabilmente anche dall’assistenza e cura della non autosufficienza.

Anche su questo fronte, naturalmente, un grande supporto può arrivare dall’innovazione:

“A livello globale, si prevede che il solo mercato della e-Health, rivolto allo sviluppo di tecnologie e servizi in questa fascia di popolazione supererà i 300 miliardi di dollari nel 2020”, spiega il professor Sergio Cerutti del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico. “Oggi si possono realizzare strumenti tecnologici a misura di ogni singolo soggetto, che raccolgono biosegnali, bioimmagini e biomarker genetici. Valori che possono essere messi in parallelo con le grandi banche dati e studiati con algoritmi che possono agevolare le diagnosi”. Continua Cerutti: “non dimentichiamo poi la biorobotica, dal più classico sviluppo di protesi ed ortesi alle nuove applicazioni di Ambient Assisted Living, che comprende la domotica assistiva, la telemedicina, i sistemi di teleriabilitazione, i sensori indossabili, i robot-companion, in una visione che potrebbe includere anche l’ambito urbano... Una moltitudine di strumenti per passare dalla semplice cura alla prevenzione di handicap e patologie”.

“Gli specialisti possono creare un piano di riabilitazione personalizzato e possono verificare a distanza tramite soluzioni tecnologiche, in maniera non invasiva, che vengano svolte le attività consigliate - aggiunge la dott.ssa Francesca Baglio della Fondazione Don Carlo Gnocchi -. In questo modo si arriva fino al domicilio del paziente anche in età avanzata, garantendo una rete di cura al benessere e posponendo l’eventuale ricorso al ricovero in RSA”. Ed è per permettere a persone con un buon grado di autosufficienza di vivere ancora in una propria abitazione, progettata e adeguata ai bisogni della propria età, che sono stati creati i progetti di cohousing promossi dalla Fondazione Housing Sociale: “dove la terza età diventa l’occasione per affrontare un nuovo progetto abitativo, legato a una nuova fase della vita”, spiega l’architetto Giordana Ferri, direttore esecutivo della Fondazione.

Allo stesso tempo, però, sarebbe sbagliato e riduttivo ridurre il tema dell’invecchiamento della popolazione alla sola questione assistenziale: longevità vuol dire anche una nuova popolazione di pensionati attivi, cittadini che usufruiscono di prodotti e servizi e che devono essere coinvolti in una serie il più ampia possibile di eventi e attività nel territorio. Turismo, alta tecnologia, crociere e commercio: sono settori nei quali la popolazione anziana è un riferimento sempre più rilevante, sia per il tempo libero che creare nuove opportunità, sia per una disponibilità economica che spesso è superiore rispetto alle generazioni più giovani.

La chiave, come sempre, sta nel comprendere le esigenze specifiche di questa fascia di popolazione per sviluppare un’offerta che sia sempre più su misura.