L’Italia è un paese fortemente sismico a causa della sua posizione geografica, situata esattamente all’incontro tra la placca africana e la placca euroasiatica.
Questa interazione tra placche causa una significativa attività sismica e vulcanica lungo la penisola italiana, rendendo diverse aree del paese soggette a terremoti.
Le zone più a rischio di attività sismica in Italia includono l’Appennino centrale e meridionale, la Sicilia, la Calabria e il Friuli Venezia Giulia.
Queste aree hanno sperimentato nel corso della storia terremoti di forte intensità con conseguenti danni significativi a edifici e infrastrutture, nonché perdite umane.
È possibile effettuare diversi interventi antisismici per migliorare la resistenza di una casa ai terremoti: variano a seconda delle caratteristiche specifiche dell’edificio, della sua ubicazione e della normativa locale.
Tra gli interventi più diffusi troviamo l’isolamento alla base: questa tecnica implica l’installazione di isolatori sismici tra le fondazioni dell’edificio e la struttura sovrastante.
Gli isolatori assorbono e disperdono l’energia sismica, riducendo il movimento trasferito alla struttura. I dissipatori di energia sono dispositivi che assorbono una parte dell’energia sismica, riducendo l’impatto sulle strutture. Possono essere installati in vari punti dell’edificio, come i collegamenti tra travi e colonne. Spostiamo ora l’attenzione sul rinforzo strutturale: questo metodo include il rinforzo di elementi strutturali esistenti (come travi, colonne, muri portanti e fondazioni) con materiali più resistenti, come acciaio, fibra di carbonio o calcestruzzo armato. Può includere anche l’aggiunta di nuovi elementi strutturali per migliorare la capacità dell’edificio di resistere alle forze sismiche.
Gli adeguamenti antisismici non solo rendono la casa più sicura in caso di terremoto: contribuiscono anche ad aumentarne sensibilmente il valore economico sul mercato.