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Italia

Verso la stabilizzazione

By Athesis Studio

Nel quarto trimestre 2022, sotto l’effetto dello shock energetico e inflazionistico, è proseguito il rallentamento dell’economia mondiale, come dell’area euro, anche se con minore intensità di quanto previsto. Infatti, nel World Economic Outlook di gennaio 2023, il Fondo Monetario Internazionale ha dovuto rivedere al rialzo sia le stime di crescita per il 2022 del PIL mondiale (+3,4% contro il +3,2% di ottobre) sia le stime per il 2023 (+2,9% contro il +2,7%). In questo processo di aggiustamento delle stime di crescita è coinvolta anche l’area euro e in particolare due importanti partner come Germania e Italia. L’Italia chiude il 2022 meglio del previsto, con un PIL al +3,7% contro il +3,2% stimato ad ottobre, un dato a sostegno del quale hanno giocato un ruolo importante la ripartenza del turismo e il ciclo positivo delle costruzioni. Nelle proiezioni 2023 questa spinta andrà però ad esaurirsi, tuttavia a ottobre le stime erano di segno negativo, seppur di poco (-0,2%), mentre nell’aggiornamento di gennaio il FMI prevede per l’Italia una sorta di stabilizzazione nella stazionarietà (+0,6%). Alcuni elementi giocano a favore dell’ipotesi che l’Italia possa evitare una recessione: è in atto la tendenza alla flessione dei prezzi dell’energia e la progressiva normalizzazione degli approvvigionamenti. Si aggiunge anche un elemento inedito: a seguito della ricerca di maggiore sicurezza e continuità nei funzionamenti delle catene del valore, le aziende stanno ulteriormente rilocalizzando le attività riportando alcune produzioni in Italia. Certamente questo scenario non è lineare e presenta diversi elementi di incertezza: si sta fisiologicamente esaurendo l’accelerazione sui consumi legati alla ripartenza del turismo postpandemia e la filiera estesa delle costruzioni sta andando incontro ad una fase di stabilità o forse di stallo, dopo l’exploit al traino degli incentivi fiscali.