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Confartigianato

Strategie su misura per le piccole imprese

By Athesis Studio

I numeri tengono, anche più del previsto, ma le acque continuano a essere agitate nel “mare” delle piccole imprese. «Per questo inizio anno si temeva una riduzione dell’attività - spiega Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza -, invece si sta concludendo un primo trimestre positivo. Certo, ci sono preoccupazioni per i prossimi mesi e si naviga a vista, ma questa non è una novità e in ogni caso non ci sono evidenze al momento di contrazioni significative, anzi molte imprese stanno cercando forza lavoro».

Qui però iniziano le difficoltà…

«La carenza di manodopera è ormai un problema che desta grande preoccupazione, anche perché le soluzioni non sono semplici. Sono fondamentali delle politiche per la famiglia in grado di invertire la tendenza alla denatalità, ma anche attuandole subito bisognerà attendere vent’anni perché il mercato del lavoro ne tragga beneficio, mentre ormai servono soluzioni rapide per le esigenze del presente. Così, come Associazione stiamo ragionando sul tema dell’immigrazione, che potrebbe essere una risorsa per superare questa criticità già nel breve e medio termine: stiamo studiando le esperienze già condotte in Paesi più lungimiranti dell’Italia, come ad esempio la Germania, dove sono stati fatti programmi di ingressi controllati con percorsi di formazione strutturati e pensati secondo i bisogni del tessuto produttivo. Su questo stiamo portando avanti un confronto anche con le altre organizzazioni economiche provinciali. Ci auguriamo che questo lavoro possa sfociare in un documento che possa arrivare ai tavoli di competenza del Governo, per sensibilizzare le istituzioni sul tema».

Nel frattempo fa ancora discutere lo stop alla cessione dei crediti in edilizia.

«Sul Bonus 110 così come era stato impostato avevamo segnalato fin da subito le possibili criticità, chiedendo di ridurre la percentuale di agevolazione e allungando il periodo di tempo per beneficiare dell’intervento, così da evitare i fenomeni speculativi. Per non parlare della confusione che si è creata per effetto dei 242 (!) aggiornamenti normativi introdotti in soli 2 anni, a dimostrazione di come la norma iniziale fosse stata scritta male. Devo dire che nel settore si continua a lavorare comunque, anzi si stanno aprendo nuovi cantieri. Il problema è che ora potranno fare determinati interventi di riqualificazione solo i cittadini con reddito più alto. Voglio però chiarire una cosa: con il Bonus 110, per effetto di tutte le asseverazioni e i controlli richiesti, è molto difficile che ci siano state delle truffe, in ogni caso vanno puniti i responsabili, senza criminalizzare un’intera filiera».

Nel frattempo l’autonomia sembra finalmente vicina.

«Su questo tema Confartigianato Veneto ha organizzato recentemente proprio a Vicenza un incontro formativo che ha visto la partecipazione anche del presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti. Sicuramente auspichiamo di vedere presto dei risultati, anche se una parte di Paese cerca di strumentalizzare il tema, senza capire che tutti ne trarranno beneficio, perché l’autonomia è funzionale all’efficienza, dunque a spendere meglio i fondi pubblici, in particolare quelli provenienti dall’Europa».

Come si sta muovendo il territorio sul fronte PNRR?

«Resta alta l’attenzione su come saranno scritti i bandi per l’affidamento dei lavori, che devono consentire anche alle piccole imprese di partecipare, o quanto meno devono garantire un corretto equilibrio all’interno delle filiera, evitando ad esempio logiche del massimo ribasso che finiscono per schiacciare i subfornitori e dare meno garanzie sulla qualità dei lavori. Allo stesso tempo, anche le imprese devono fare la loro parte: il PNRR è un’occasione irripetibile per strutturarsi meglio e costituire delle reti di impresa. Si tratta di progetti di cui beneficerà tutta la comunità e indirettamente anche le imprese, sia per l’indotto che genereranno, sia in termini di riqualificazione complessiva non solo sul piano dell’edilizia pubblica, ma anche sul fronte della digitalizzazione e della sostenibilità».

Sulla sostenibilità l’UE sta spingendo molto, fin troppo secondo alcuni: qual è la vostra posizione?

«Come Associazione stiamo investendo molto nella transizione ecologica, abbiamo attivato un HUB dedicato appunto alla sostenibilità, per accompagnare le piccole imprese in questo percorso. Allo stesso tempo, però, intere filiere industriali non possono essere sconvolte con decisioni calate dall’alto. La transizione green deve essere un processo spontaneo, non un obbligo, per questo è un bene che sia stata fermata la messa al bando dei motori termici dopo il 2035. E anche sulla riqualificazione energetica delle case vanno evitate forzature che possono provocare gravi squilibri e speculazioni. Come Associazione crediamo in una strategia graduale: anche nelle prossime settimane abbiamo in programma una serie di incontri per promuovere le opportunità legate all’autoproduzione di energia, e quando questa sarà realmente diffusa ci saranno le condizioni per il passo successivo, ovvero la creazione delle comunità energetiche, connettendo gli impianti realizzati nel frattempo. Se ne parla molto, ma è un percorso che va affrontato con concretezza».