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Agricoltura

Meno aziende ma più grandi

By Athesis Studio

La numerosità delle imprese italiane del settore agricolo è notevolmente diminuita nell’ultimo decennio, passando da 824.516 a 729.933. Il calo fra il II trimestre 2012 e lo stesso periodo del 2022 è stato del -11,5% pari a 94.583 imprese per il settore nel suo complesso, e del -12,0% per la divisione delle coltivazioni agricole e prodotti animali, che ne costituisce l’ossatura con una quota compresa fra il 96% e il 97%. Compensa in minima parte la silvicoltura che è cresciuta del +9,4% pari a circa un migliaio di nuove imprese, mentre la pesca è rimasta tutto sommato stabile. Il fenomeno è reso tangibile soprattutto quando si analizza l’evoluzione delle forme giuridiche: il panorama delle imprese agricole italiane è tradizionalmente composto da realtà di piccole dimensioni, ma guardando agli ultimi 10 anni si nota l’effetto della migrazione verso nature maggiormente robuste e aggregate come le società di capitali e soprattutto le società di persone, mentre si riscontra un progressivo abbandono delle imprese individuali e delle altre forme. La quota delle società di capitali è aumentata del +64,8% e quella delle società di persone del +26,6%, quando invece il calo per le imprese individuali è del -16,2%. Il quadro si ripete a livello regionale, ma con un indebolimento ancora più accentuato: sono state perse 12.172 imprese agricole ossia il -15,8% del totale, con una diminuzione del -16,8% per la divisione delle coltivazioni (incidenza di circa il 95% sul totale) e del - 3,4% nella pesca, mentre la silvicoltura conosce un incremento del +14,6%. Le società di capitali hanno guadagnato il +49,0%, le società di persone il +26,0%, mentre le imprese individuali sono calate del -22,8%. Il trend è seguito anche dalla provincia di Vicenza, con un indebolimento del -17,9% ovvero 1.760 imprese in valore assoluto, risultato di una perdita di 1.797 imprese nelle coltivazioni e di un acquisto di 37 nella silvicoltura. La pesca rimane invece stabile. E’ necessario tuttavia tenere in considerazione le cancellazioni d’ufficio che hanno portato alla revisione degli archivi e che hanno sensibilmente modificato in senso negativo la numerosità delle imprese registrate. A Vicenza l’aumento delle società di capitali e delle società di persone esiste, ma è più ridotto rispetto alla regione e all’Italia, con un +29,4% e +27,7% mentre è piuttosto accentuata la riduzione delle imprese individuali e delle altre forme, con -25,3% e -24,7%.

Gli addetti

Per ciò che concerne gli addetti, abbiamo a disposizione i dati nell’ultimo quinquennio. La riduzione del numero degli addetti italiani del settore agricolo è eclatante, pari al -40,9% (324.951 in valore) specie se comparato con il totale dei settori, dove nello stesso periodo si è invece verificato un incremento del +8,6%. Fra gli addetti agricoli veneti la riduzione è minore rispetto al dato nazionale ed è pari al -31,1% e 20.211 in valore, concentrata soprattutto nelle coltivazioni con un -33,1%. In provincia di Vicenza ha lasciato l’agricoltura il -25,8% degli addetti, ossia 1.750 persone, un numero molto simile alle 1.760 imprese cancellate. Sempre analizzando i risultati degli anni fra il 2017 e il 2022, il saldo dei contratti di assunzione dell’agricoltura in provincia di Vicenza si è mantenuto fra i 100 e i 150 fino al 2019 in valore assoluto (0,1% sul saldo dei contratti di assunzione totali), per poi subire notevoli variazioni a partire dal periodo pandemico: il 2020 sale a n. 305 (0,3%), il 2021 n. 40 e il 2022 (dato fino al II trimestre) una somma di 610, ovvero circa n.200 in più se comparato con i dati del II trimestre degli anni passati. Il 2020 segna quindi un picco nei contratti di assunzione, in modo particolare nel III trimestre con la fine delle restrizioni più dure e la ripresa della domanda, tendenza che sembra ripetersi per parte del 2022. Grazie al Report Previsivo diffuso da Unioncamere, è possibile dare uno sguardo al futuro fabbisogno occupazionale del settore. Al di là dell’evoluzione green e digitale che anche l’agricoltura sta attraversando e che prevedibilmente modificherà in maniera profonda la domanda delle figure specializzate, nel solo Nordest fra il 2022 e il 2026 è previsto un fabbisogno totale in valore assoluto compreso fra 949.000 e 1.049.000. Nel settore agricolo italiano si calcola che saranno necessari fra i 136.500 e 154.500 addetti, mentre nell’agroalimentare fra i 194.000 e i 216.500, ovvero quasi il 5% della domanda totale.

Fertilizzanti e agricoltura bio

Veniamo ora a uno degli strumenti imprescindibili della coltivazione dei terreni, ma anche fra i più discussi: i fertilizzanti. Sul suolo agricolo vicentino sono stati sparsi nel 2020 (ultimo dato disponibile) 137.447 tonnellate fra concimi, correttivi, ammendanti ecc., un dato in crescita del +3,9% rispetto al 2018 e del +1,1% rispetto al 2019. Sempre nel 2020, i concimi totali sono 37.060 tonnellate, il +40,2% rispetto al 2018 e il 27,0% del totale. I fertilizzanti utilizzati in agricoltura biologica nel 2020 nel vicentino ammontano a 43.852 tonnellate, ossia il 31,9% del totale. Si tratta di un dato che sovraperforma il Veneto, che si ferma a una quota di 21,2% ossia 296.193 tonnellate di fertilizzanti bio su un totale di 1.396.991. A Vicenza tuttavia la quota dei fertilizzanti usati per agricoltura biologica è in calo del -10,5% sul 2018, rispetto invece a un aumento del +3,9% dei fertilizzanti totali, un dato su cui pesa la riduzione di circa un terzo degli ammendanti. In regione la crescita dei fertilizzanti bio su base biennale è del +6,9%, superiore all’incremento totale del +1,3%. (fonte: Ufficio Studi CCIAA di Vicenza)