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Occupazione femminile

Il lavoro femminile cresce più della media

I dati nella provincia vicentina
By Athesis Studio

Il distacco, quando si parla di questione di genere nel mercato del lavoro, rimane importante anche nel Vicentino, ma va detto che anche su questo fronte la provincia berica si dimostra particolarmente dinamica, con dati migliori della media nazionale. Non solo: nell’ultimo anno nel Vicentino le donne occupate sono cresciute in misura maggiore rispetto agli uomini.

A sancirlo, sono i dati dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza, che partono comunque da una premessa poco lusinghiera: nel 2021 il gap maschi/femmine nel tasso di occupazione rimane piuttosto ampio: in Italia, il dato raggiunge il 58,2, ma nel caso delle donne cala a 49,4 e degli uomini sale a 67,1. Nel Veneto i tassi si alzano, con 73,5 per gli uomini e 57,7 per le donne, con un tasso medio del 65,7. Vicenza supera sia il Veneto sia l’Italia, con il suo tasso di occupazione del 66,6 e un tasso di occupazione femminile del 58,9. Inoltre, la differenza, pur sempre ampia, nel tasso di occupazione fra uomini e donne a Vicenza è inferiore sia a quella italiana sia a quella regionale, ovvero 15,3 contro rispettivamente 17,7 e 15,8. Relativamente al tasso di inattività, in Italia questo raggiunge il 35,5, con un picco di 44,6 per le donne contro il 26,4 maschile e una differenza di 18,2 fra i due risultati. Il tasso di inattività femminile in Veneto si attesta al 38,4 e a Vicenza a 37,6. Nel 2021 il tasso di disoccupazione medio italiano è di 9,5, che arriva a 10,6 nel caso delle donne e a 8,7 per gli uomini. Nella nostra regione il tasso di disoccupazione femminile si attesta al 6,2 e a Vicenza a 5,7, ovvero quasi la metà del risultato nazionale femminile e anche inferiore di 3 punti al tasso di disoccupazione maschile italiano. In Italia in media nel 2021 il numero di donne occupate è di 9.510.352 con una crescita di +1,2% su base annua e di +3,2% fra il II trimestre 2021 e il II trimestre 2022. La maggior parte è lavoratrice dipendente (83,8%) e il 16,2% è indipendente. La fine del periodo pandemico è favorevole per la ripresa del lavoro femminile berico: a Vicenza nel 2021 le donne occupate crescono in misura maggiore degli uomini e portano la loro incidenza da 41,5% a 42,3%. Le occupate sono 158.333 e presentano una variazione del +6,3% sul 2020, contro il +3,1% maschile, e contro il succitato +1,2% femminile italiano e infine rispetto al +2,4% veneto.

Analizzando i contratti di assunzione dei secondi trimestri 2019, 2021 e 2022 in provincia di Vicenza, notiamo un calo del -4,2% fra II trim. 2019 e 2021, e una rapida crescita del +23,7% fra il II trimestre 2021 e il II trimestre 2022. Nel caso delle lavoratrici, il calo fra i secondi trimestri 2019-2021 è più profondo (-7,0%) ma la ripresa è forte con un +31,4% fra il II trimestre 2021 e lo stesso periodo del 2022. In questo periodo i contratti di assunzione di lavoratrici donne rappresentano il 46,9%, superando sia in incidenza sia in valore assoluto il dato del 2019. Per quanto riguarda la tipologia dei contratti, si nota un minor ricorso al contratto a tempo indeterminato nel periodo II trimestre 2019 - II trimestre 2021 ma un’ottima ripresa nel 2022, con una quota sul totale indeterminato che supera il dato pre-pandemia; l’incidenza dell’indeterminato femminile sul totale dei contratti stipulati tuttavia risulta ancora piuttosto bassa (37,1%). Nelle assunzioni di donne è infatti maggiore il ricorso al tempo determinato con il peso del 53,8% al II trimestre 2022, un dato in linea con il corrispondente del 2019 e in crescita nel 2022 di +34,1% dopo il decremento fra 2019 e 2021. I contratti a tempo indeterminato siglati da donne nel II trimestre 2022 sono 4.970, un valore di molto inferiore rispetto ai 16.805 del determinato. Il lavoro femminile somministrato non ha invece conosciuto alcun calo, anzi è cresciuto del +13,9% dal 2019 al 2021 (II trimestre) e nel corrispondente periodo dell’anno successivo di un ulteriore +18,2%. Sul totale del somministrato, i contratti a donne rappresentano il 42,1%. Infine, aumenta rispetto al 2019 la quota delle donne assunte con accordi part-time e raggiunge il 70,3% del totale con un incremento del +31,8% fra 2021 e 2022.

 

Per ciò che concerne i contratti di assunzione firmati da donne straniere, nel II trimestre 2022 la percentuale sul totale dei contratti a stranieri sale a 31,5%, superiore al dato del 2019, con una variazione del +50,7% in ragione di anno. In valore assoluto, i contratti di assunzione di donne straniere sono passati da 3.255 a 4.905 nel II trimestre 2022, con una differenza di 1.650 unità rispetto al II trimestre 2021. Anche analizzando i contratti siglati dalle giovani donne notiamo un incremento: dopo un calo del -2,3% si verifica una crescita del +22,4% nel II trimestre 2022, che porta il peso dei contratti stipulati da giovani donne al 46,7% rispetto al totale dei giovani e supera il risultato del periodo prepandemico.

Tutti i profili professionali conoscono un aumento, e in modo particolare la domanda di operaie: l’incremento dei profili operai fra le donne è cresciuto del +42,4% fra il II trimestre 2021 e il II trimestre 2022 (+1.685 in valore assoluto) portando la quota dei contratti di assunzione di operaie al 27,1% dal 22,4% dello stesso periodo del 2019. Fra gli altri profili, salgono del +24,4% le professioni non specializzate, dove i contratti di assunzione femminili sono il 41,3%. Si verifica un incremento rispetto al 2019 anche della quota femminile nei contratti delle attività tecnico-scientifiche (44,6%) e dei dirigenti (21,9%) ma in quest’ultimo caso parliamo di un valore davvero esiguo, ovvero appena 10 contratti in più a dirigenti donne rispetto al 2019. Infine, pur con un aumento del numero di contratti, dopo la pandemia cala la quota delle impiegate sul totale (da 64,0% a 60,8%).