<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Confindustria

Finito il rimbalzo, serve una nuova strategia

By Athesis Studio

Il rallentamento della crescita, iniziata nel 2022, non ha cambiato verso nemmeno nell’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso. Si sta evidentemente esaurendo l’onda lunga del rimbalzo post-covid e quindi ora vanno ricercate nuove strade di crescita che, in realtà, le aziende stanno già percorrendo. I timori di recessione grave sembrano allontanarsi, ma solo a livello complessivo. Rimangono settori che vanno molto bene affiancati ad altri che stanno vivendo un perdurante periodo di difficoltà”, la presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia commenta così i dati dell’indagine congiunturale degli Industriali berici relativa al quarto trimestre 2022. “Un eventuale rallentamento o ritardo degli investimenti privati - aggiunge - è però un pericolo incombente assolutamente da scongiurare perché toglierebbe competitività all’intero sistema Paese in favore dei nostri competitor esteri. Chiediamo al Governo di intervenire con urgenza sul sostegno agli investimenti industriali, come fu il Piano Italia 4.0, perché far ripartire la crescita può diventare difficilissimo se si aspetta troppo”.

PRODUZIONE

La 158° indagine congiunturale condotta da Confindustria Vicenza rileva un leggero aumento della produzione dello 0,7% rispetto al 4° trimestre 2021.

La crescita dei livelli produttivi è però in costante rallentamento ogni trimestre (+8,9% nel primo trimestre 2022, +7,3 nel secondo, +3,9% nel terzo, +0,7% nel quarto), in particolare se messa a confronto con il 2021. Il contesto economico continua a risentire degli effetti dell’inflazione con il conseguente peggioramento delle condizioni finanziarie e dell’incertezza derivante dall’invasione russa in Ucraina.

Tuttavia, tra luci e ombre, l’economia italiana sembrerebbe andare meglio delle attese anche se si deve notare come diminuisca la quota di imprenditori che dichiara aumenti della produzione (36%), a fronte del 33% che evidenzia invece cali produttivi (nel 3° trimestre 2022 il 42% delle aziende dichiarava aumenti, mentre il 26% dichiarava cali). Si contrae, però, di due punti percentuali il numero di aziende che denuncia un livello produttivo insoddisfacente: 28% del totale (30% nel precedente trimestre, 22% un anno fa).

“Questi numeri sono frutto anche del calo del rialzo dei prezzi delle materie prime che, però, si confermano estremamente più alti rispetto al pre-covid. La frenata ha come indiretta conseguenza anche il de-stoccaggio dei magazzini che non aiutano certo a tenere alti i livelli di produzione”, spiega la Presidente di Confindustria Vicenza.

MERCATI

Su base congiunturale, gli ordini sia sul mercato interno sia quelli provenienti dall’estero sono ancora in espansione, anche se con un’intensità minore se paragonata al 4° trimestre 2021.

Per quanto riguarda il mercato interno il fatturato segna un +3,8% rispetto al 4° trimestre 2021 (era +5,3% nel terzo trimestre 2022).

Segno positivo registrato anche dalle esportazioni con un +3,7% per l’export UE e un +7,2% per l’export EXTRA-UE (rispettivamente +5,1% e +10,3% nel trimestre precedente).

TREND INDAGINI CONGIUNTURALI - SENTIMENT

L’indagine trimestrale di Confindustria Vicenza si compone anche del cosiddetto LIV, LEADING INDICATOR VICENZA, che misura il “sentiment” delle imprese.

“La rilevazione di gennaio 2023 rappresenta, in particolare per quanto riguarda gli indici generali, un'inversione di tendenza rispetto a quanto osservato nell'ultimo anno: con l'ultima rilevazione, infatti, si conclude un ciclo che, a partire dal quarto trimestre 2021 ha sempre evidenziato un trend discendente, accentuato nel corso del 2022 dal perdurare del conflitto in Ucraina e dal fenomeno inflazionistico”, spiega professore ordinario di strategia aziendale all'Università di Verona Andrea Beretta Zanoni che cura la rilevazione.

Dall'analisi dei singoli indicatori emerge come gli incrementi maggiori rispetto alla scorsa rilevazione riguardino lo stato di salute dell'economia nazionale, sia per quanto riguarda la situazione attuale (-2,6% di Gennaio 2023 contro -21,7% a Ottobre 2022) sia a 6 mesi (-12,1% di Gennaio 2023 contro -38,9% di Ottobre 2022).

Probabilmente – aggiunge Beretta Zanoni - anche per effetto del rallentamento della stretta inflazionistica e dei recenti outlook sulle stime di crescita a livello nazionale e globale, l'ultima rilevazione delinea una situazione di rapida inversione di tendenza: le inclinazioni delle curve relative alle valutazioni sullo stato di salute dell'economia, indicano una rapida ripresa. Presumibilmente, quindi, è ragionevole che le aspettative per il futuro prossimo siano migliori rispetto ad una lettura quantitativa in senso stretto”.

Per quanto riguarda gli indicatori relativi a specifiche tematiche emerge un maggiore ottimismo con riferimento a una ripresa degli ordinativi provenienti dai mercati esteri rispetto a quelli in Italia, con l'indice relativo al portafoglio ordini esteri che ritorna ad essere positivo (4,9% di Gennaio 2023 contro -11,1% di Ottobre 2022).

L'indice relativo agli investimenti previsti, dopo la significativa contrazione registrata nell'ultima rilevazione (-10,0% a Ottobre 2022) torna nell'intorno della soglia di equilibrio. Il sentiment relativo al livello occupazionale conferma anche in questo caso di essere la variabile meno sensibile alle modifiche delle condizioni del contesto economico e registra un miglioramento (seppur non trascurabile) più contenuto rispetto a tutti gli altri indici (+8,9% rispetto a Ottobre 2022).