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Tracciabilità certificata

Due aziende vicentine in vetta

By Athesis Studio

“Recuperiamo le nostre pelli dalla filiera alimentare”. Una dichiarazione semplice, chiara, verificabile e non fuorviante, una verità che ribadisce un concetto basilare per l’industria conciaria. È quanto emerge da un webinair tenutosi lo scorso 14 febbraio, durante il quale è risultato quanto sia necessario comunicare a clienti, operatori, opinione pubblica e consumatori una caratteristica tecnica essenziale della supply chain. “In molti sono convinti che la pelle non sia un prodotto sostenibile perché gli animali sono uccisi appositamente per estrarne la pelle” hanno dichiarato Luca Boltri, vicedirettore UNIC, e Sabrina Frontini, direttore ICEC. “C’è bisogno di avere la garanzia che le pelli conciate siano un sottoprodotto – spiega Boltri –, perché è molto diffusa, soprattutto nei giovani, una percezione errata rispetto alle origini della pelle”. Qui interviene la nuova certificazione, Claim TS733, che si propone come un addendum alle certificazioni ICEC TS410/412 già esistenti sulla tracciabilità dei prodotti. Tre le aziende che hanno già ottenuto la certificazione: Gruppo Dani (Arzignano), Rino Mastrotto Group (Trissino) e Conceria Incas (Castelfranco di Sotto).