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Benefici e difficoltà visti dai lavorator

I dati dicono che migliora l'equilibrio fra vita professionale e privata

In Italia il concetto di smart working ha iniziato a farsi strada una decina di anni fa. Ed è nel 2012 che al Politecnico di Milano nasce l’Osservatorio Smart Working. In questi dieci anni l’Osservatorio ha misurato i benefici che sia il lavoratore sia l’azienda possono trarre dall'adozione di questo modello di organizzazione del lavoro Lo ha fatto con un’indagine basata su "case history" e interviste ad aziende, pubbliche amministrazioni e gruppi rappresentativi di lavoratori. Ciò che è emerso è che secondo le organizzazioni, i principali benefici rilevati riguardano il miglioramento dell’equilibrio fra vita professionale e privata (46%), ma anche la crescita della motivazione (35%), il miglioramento della produttività (15%), la riduzione dell’assenteismo e la diminuzione dei costi per gli spazi fisici. Tra le difficoltà ancora da superare l’analisi indica il gestire le urgenze per il 34% dei responsabili, l’utilizzo delle tecnologie per il 32%, la pianificazione delle attività per il 26%. Secondo gli "smart worker", invece, la prima difficoltà riscontrata è la percezione di isolamento (35%), le distrazioni esterne (21%), i problemi di comunicazione e collaborazione virtuale (11%) e la barriera tecnologica (11%). © RIPRODUZIONE RISERVATA