<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Agenda Digitale.

Quando la digitalizzazione sembra una corsa a ostacoli

L'Italia ha ancora molta strada da recuperare, ma i progressi non mancano

Nonostante la spinta della pandemia, gli importanti piani di investimento messi in campo e i risultati nelle piattaforme abilitanti come SPID, ANPR, PagoPA o l'App IO, l'Italia si conferma agli ultimi posti in Europa per livello di digitalizzazione. Secondo i risultati dei Digital Maturity Indexes, elaborati dall'Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, nel 2021 il nostro Paese si colloca in 17esima posizione tra i 27 Stati dell'UE per fattori abilitanti la trasformazione digitale e solo in 23esima per effettivo livello di digitalizzazione, con un gap rispetto alla media europea in particolare nel capitale umano. Ma il nostro Paese oggi ha una grande opportunità, quella del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che complessivamente dedica a iniziative di digitalizzazione oltre 65 miliardi di euro nelle sue 6 missioni (ben di più dei 40 miliardi di euro della sola missione 1, specificamente dedicata alla transizione digitale). Il ruolo chiave nell'attuazione sarà della Pubblica Amministrazione, a cui è destinato almeno il 60% delle risorse tra PA centrali, locali o imprese pubbliche. Gli investimenti del PNRR destinati specificatamente alla trasformazione digitale della PA ammontano a 9,72 miliardi di euro, di cui 6,14 per la digitalizzazione della PA stessa, 1,27 miliardi per l'innovazione della macchina pubblica, 2,31 miliardi per l'innovazione della giustizia. "Per concretizzare tutto il potenziale di trasformazione digitale associato al PNRR è necessario 'unire i puntini', raccordando visioni, risorse e sforzi che, se non ben allineati, rischiano di far perdere tempo ed energie - spiega Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Agenda Digitale. Bisogna raccordare infatti il PNRR con gli altri piani strategici, le risorse previste con le altre disponibili per la trasformazione digitale, il centro con i territori, le esigenze di breve con quelle di lungo periodo. Per cogliere a pieno le opportunità di digitalizzazione del Paese, inoltre, la PA deve configurarsi come piattaforma di innovazione capace di lavorare con le imprese, con capacità progettuali e di cooperazione strategica". Per concretizzare il potenziale di trasformazione digitale del PNRR, secondo l'Osservatorio Agenda Digitale, oltre a raccordare PA e imprese, sarà necessario raccordare il PNRR agli altri piani strategici, come il Piano triennale per l'informatica nella PA, il Codice dell'Amministrazione Digitale, la Strategia Nazionale e il Piano operativo per le Competenze digitali, il Programma Strategico per l'Intelligenza Artificiale e il Codice dei contratti pubblici. Poi, visto che molte risorse complementari al PNRR saranno gestite direttamente da Regioni e Province Autonome, è necessario mettere in relazione centro e territori, che altrimenti rischiano di muoversi in modo disarticolato e improduttivo. "È fondamentale che si faccia gioco di squadra – spiega Giuliano Noci, Responsabile scientifico dell'Osservatorio Agenda Digitale, semplificando e razionalizzando le interazioni tra titolari e utilizzatori dei fondi, cercando di portare a sistema buone pratiche e favorendo aggregazioni tra enti locali. Altrimenti i divari di digitalizzazione tra i vari contesti territoriali del nostro Paese sono destinati ad aumentare". Infine, sarà fondamentale mettere a sistema le risorse del PNRR con altre utili a sostenere la trasformazione digitale, come i fondi strutturali o i programmi di finanziamento gestiti direttamente dalla Commissione Europea (es. Horizon Europe), raccordare esigenze di breve e di lungo periodo, concentrandosi non solo sulle scadenze dei prossimi mesi, ma lavorando fin da subito per rendere sostenibili gli investimenti nel tempo.