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CLASSIFICA NAZIONALE

Si conferma un'Italia a due velocità, con differenze sempre più ampie

Scorrendo la classifica nazionale, ancora una volta il rapporto de Il Sole 24 Ore fotografa un’Italia a due velocità. Anzi, l’edizione 2021 dello studio evidenzia un ulteriore accentuarsi delle disuguaglianze in seguito all’impatto della pandemia. Permane infatti il divario tra il Nord e il Sud del Paese, e contemporaneamente si accentua quello generazionale, con il calo delle nascite, e infine emergono le differenze di genere, con la popolazione femminile chiamata a pagare il prezzo più alto sul mercato del lavoro. Le province lombarde risalgono la classifica dopo il 2020, anno che le aveva in modo particolare penalizzate a causa del crollo del PIL pro-capite e dell’elevata mortalità. Milano risale quindi sul podio in seconda posizione, dopo il 12° posto del 2020, quando aveva ceduto il primato a Bologna, quest’anno sesta. Al primo posto nel 2021 sale invece Trieste, che non raggiungeva questo risultato dal 2009, accompagnata nella parte alta della classifica dalla buona tenuta delle province friulane, venete e trentine. Trieste detiene il primato italiano nella categoria cultura e tempo libero, è seconda per affari e lavoro e quarta per ambiente e sicurezza. Fanno la differenza in questo caso l’alto livello di istruzione degli abitanti, l’offerta culturale variegata, l’elevato tasso di occupazione e il basso numero di giovani neet. Trento detiene il 3° posto per il terzo anno consecutivo, mentre fra le venete nella top 10 rimane Verona all’8° posto (-4 posizioni) e rientra Treviso, al 10° posto riguadagnando ben 19 posizioni, anche grazie al primato italiano nel nuovo indicatore sul benessere della popolazione femminile. In ascesa anche le grandi città, con Roma che sale dal 32° al 13° posto, grazie alla qualità della vita degli anziani, altra new entry fra gli indicatori, e all’alto livello di istruzione, alla banda ultralarga e all’offerta museale. Anche Firenze risale dal 27° all’11°, ma rimangono pressoché stabili Bari (71°) e Napoli (90°). Non appaiono particolarmente performanti nel 2021 le province del Centro Italia, in modo particolare in Emilia Romagna e nelle Marche. Il Sud infine evidenzia un quadro insoddisfacente: su 90 indicatori, le ultime posizioni sono occupate da province meridionali in ben 57 casi.