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ICT.

Riprende la corsa verso l'innovazione digitale

Nel 2022 quasi la metà delle imprese aumenterà gli investimenti

Nel contesto di incertezza legata alla pandemia le imprese italiane hanno compreso come l’innovazione digitale sia una leva fondamentale per la competitività e per la crescita: nel 2022 quasi la metà delle grandi imprese e PMI italiane aumenterà il budget ICT e si prevede una crescita superiore al 4% negli investimenti, riprendendo il trend pre-pandemia, dopo il rallentamento registrato nel 2021 (+0,9%). Gli investimenti ICT delle grandi imprese nel 2022 si concentreranno soprattutto su sistemi di Information Security e su sistemi di Business Intelligence, Big Data e Analytics, mentre saranno meno prioritarie le aree e-commerce e smart working su cui le imprese hanno lavorato molto negli scorsi mesi per rispondere alla pandemia. E non è solo un fenomeno limitato alle grandi aziende: secondo una recente ricerca, anche per le PMI gli investimenti in Information Security sono la priorità, ma sono seguiti da applicazioni di Industria 4.0. Nuovi modelli modelli e figure professionali L’aumento di investimenti in Innovazione Digitale da parte delle imprese italiane porta la necessità di definire una Governance efficace, strutturando adeguati modelli organizzativi per diffondere il processo di innovazione e una “cultura digitale” in tutta l’azienda. A questo scopo, il 39% delle grandi imprese ha deciso di strutturare una “Direzione Innovazione” o un singolo ruolo dedicato, mentre nelle PMI sono ancora molto rari i ruoli dedicati. Nel 44% delle grandi aziende, oltre alla Direzione Innovazione, sono presenti figure provenienti da altre linee di business incaricate di favorire la gestione e la diffusione di innovazione. E' sempre più diffusa la Corporate Entrepreneurship, l’attività volta a creare stimoli imprenditoriali nella popolazione aziendale. Nella maggioranza dei casi si traduce in formazione su competenze digitali e imprenditoriali (47%) e azioni sul management per introdurre stili di leadership indirizzati al change management (46%). «In un contesto sempre più sfidante e competitivo, in cui le minacce e le possibili fonti di innovazione sono sempre più dinamiche ed eterogenee, le imprese devono trovare un equilibrio tra l'apertura alla sperimentazione aperta ed esplorativa ed il focus sul conseguimento degli obiettivi di business - afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico della Digital Transformation Academy -. Per far questo, è necessario fornire un chiaro indirizzo e senso di direzione da parte dei vertici aziendali e contemporaneamente sviluppare una “cultura diffusa dell’innovazione” in azienda, superando gli ostacoli, che sembrano essere soprattutto la difficoltà ad accettare il fallimento come parte integrante del percorso di apprendimento, una ridotta propensione a dedicare spazio e tempo a queste attività e la limitata abitudine ad agire con pensiero creativo». L'adozione dell'open innovation Cresce per le imprese la necessità di individuare meccanismi per stimolare l’ecosistema esterno di innovazione e oggi l’81% delle grandi aziende italiane adotta azioni di open innovation. L’ecosistema di attori da cui le imprese traggono stimoli e spunti di innovazione è sempre più ampio e vario, e sono fondamentali anche attori meno tradizionali: il 69% delle imprese ha realizzato collaborazioni con università e centri di ricerca, il 47% azioni di startup intelligence, il 39% partner scouting con imprese consolidate. Le startup sono un attore fondamentale per stimolare l'innovazione anche in imprese consolidate. Il 49% delle grandi imprese già collabora attivamente con startup, mentre per le PMI è un approccio ancora poco diffuso. «L’adozione di approcci di open innovation è una pratica sempre più diffusa all’interno delle imprese italiane, soprattutto in quelle di grande dimensione - dice Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Startup Intelligence -, con una predilezione per gli approcci ‘inbound’ che puntano a stimolare e sfruttare opportunità provenienti dall’esterno. In particolare, spiccano le collaborazioni con enti di formazione e ricerca, la ricerca di startup e la definizione di partnership con altre imprese. Sta altresì crescendo l’attenzione ad integrare questi spunti con le iniziative interne volte a favorire una cultura interna d’innovazione più esplicita e pervasiva».