<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Indagine.

Qualità di vita: Vicenza rallenta la sua discesa

Vicenza è al 28° posto nella classifica de Il Sole 24 Ore

Vicenza perde ancora terreno, ma quanto meno rallenta la sua discesa: si potrebbe sintetizzare così il risultato raggiunto dal capoluogo vicentino nell’ultima edizione dell’indagine sulla qualità di vita nelle città capoluogo d’Italia realizzata da Il Sole 24 Ore. Nella classifica 2021, infatti, Vicenza è scesa al 28° posto, ma stavolta ha perso appena tre posizioni, mentre nel 2020 lo scivolone era stato ben più importante (-14 posizioni). Ecco di seguito come si è classificato il capoluogo vicentino rispetto ai principali parametri consideranti dall’indagine. RICCHEZZA E CONSUMI Rispetto al 2020, Vicenza riguadagna 11 posizioni e si attesta al 25° posto. Il valore migliore è espresso dall’esiguo numero di percettori di reddito di cittadinanza: Vicenza è al 5° posto, con 5,8 nuclei su 1.000 abitanti, contro i 63 di Crotone ultima in classifica. Aumenta anche il valore aggiunto medio per abitante, che posiziona la provincia berica al 12° posto a livello nazionale con 24.600 euro pro-capite (ma circa la metà della capofila Milano con 51.300). Ne consegue un rafforzamento dei depositi bancari: Vicenza sale al 33° posto, passando da € 19.397 a € 21.193 e sovraperformando la media nazionale (€ 18.609). L’investimento delle famiglie in beni durevoli diminuisce a € 2.885, ma il posizionamento rimane alto (9° posto), in quanto il trend in discesa appare generalizzato per le varie province. Vicenza è tredicesima per retribuzione media annua dei dipendenti, ovvero € 24.104, una cifra in linea con le province della top 10. I pensionati berici tuttavia se la passano meno bene, con il 59° posto e € 19.061, contro i 26.332 euro dei pensionati romani. I vicentini rimangono pagatori affidabili, dato che per le fatture commerciali oltre i 30 giorni la provincia è pressoché stabile al 25° posto. Il settore residenziale permane in contrazione sebbene in via di miglioramento, con la posizione dell’assorbimento che passa da 59 a 51. Abbastanza stabile lo spazio abitativo medio, così come il prezzo di vendita, che si attesta a € 2.050 al mq, sempre più conveniente dei quasi 5.000 di Milano e Roma, ma comunque lontano dagli 800 di Brindisi ultima in lista. Affittare un appartamento a Vicenza costa meno della metà di Milano (€ 650 contro € 1.780) ma nelle città mediopiccole del Centro-Sud si spende ancora molto meno, con € 270 ad Avellino e € 300 ad Ascoli. Per quanto riguarda il nuovo parametro della riqualificazione energetica, Vicenza è al 30° posto con 80 euro per abitante, circa la metà della capofila Pordenone, ma quasi 11 volte di più di Crotone fanalino di coda. AFFARI E LAVORO Nel 2021 Vicenza riguadagna ben 40 posizioni e si attesta al 32° posto. La quota di export sul PIL mantiene l’ottimo posizionamento, al 5° posto e in miglioramento da 67,9% a 69,8%. Non sono molti i giovani neet, 15,9%, una quota più vicina al 10,7% di Pordenone che al 47,9% di Crotone, e che vale a Vicenza il 25° posto. Non corre tuttavia il tasso di occupazione (69,4% e 44° posto, era al 24° nel 2019) e rimane elevato il ricorso alla CIG, con 244,8 ore, seppur in diminuzione rispetto alle 565,4 segnalate nel 2020. Questo valore influisce sulla performance generale di Vicenza e di altre importanti realtà produttive come Biella e MonzaBrianza, trattenendole in fondo alla classifica. Alto anche il numero di infortuni sul lavoro, con esito di mortalità/inabilità dell’11,8 su 10.000 occupati (46° posto) contro il 4,9 di Biella ma comunque distante dal 28,8 di Potenza. Come molte altre realtà del Nord, Vicenza non brilla per l’imprenditoria giovanile: è solo al 97° posto, con appena 6,8% di imprese giovanili sul totale delle imprese registrate. Dopo un 2020 di attesa, riprende la fondazione di nuove imprese, con Vicenza che passa dal 92° al 64° posto (3,8%). Per le cessazioni, Vicenza sale dall’88° al 71° posto (3,3%). Prosegue l’irrobustimento delle imprese impegnate nell’e-commerce, che regalano a Vicenza il 10° posto. Soddisfacente anche la quota di home e corporate banking ogni 1.000 abitanti, con Vicenza al 7° posto con 727,6, vicina a Milano con 872,1 e lontana da Crotone con 313,9. Infine, il nuovo parametro della qualità della vita delle donne, per il quale si sono presi in esame 12 indicatori, fra cui il gap retributivo e occupazionale. Vicenza è al 44° posto con un valore di 563,0, lungi dalla capolista Treviso con 693,37. AMBIENTE E SERVIZI Vicenza perde 17 posizioni e precipita al 58° posto. Incidono la bassa qualità dell’aria (92° posto in Italia), il sovraffollamento nelle carceri (88° e 133,7%, piuttosto vicino a Taranto ultima in classifica con 198,7%), l’esigua spesa sociale dei Comuni a supporto alle fasce deboli (87° e appena € 24 pro capite). Appare non soddisfacente anche la produzione lorda delle fonti rinnovabili, con il 63° posto e i 357,3 kwh prodotti dal fotovoltaico, contro i 2.007,3 di Viterbo. Migliorabile anche la qualità della vita dei bambini (40° posto) e non soddisfacente quella dei giovani (58° posto, parametrato su età media del primo figlio, aree sportive, concerti e altro). Il tasso di motorizzazione appare elevato (50°) con 64,7 auto ogni 100 abitanti: in testa sono due aree costiere come Venezia (43,2) e Genova (48,5), terza è Milano (49,4) che tuttavia è prima in Italia per l’offerta nei mezzi pubblici. In questo caso Vicenza è al 59° posto con un indice di 20 km percorsi pro capite tramite trasporto pubblico. La provincia berica è però diciassettesima per la raccolta differenziata nel capoluogo, con un valore di 70%, vicino all’87,6% di Ferrara, comune virtuoso per eccellenza. Il nostro capoluogo è poi al 9° posto per le piste ciclabili, con 23,3 metri ogni 100 abitanti, più del doppio della media nazionale di 9,2. Infine, Vicenza è smart, con il 28° posto per la buona offerta di servizi online, wi-fi, open data. DEMOGRAFIA, SOCIETÀ, SALUTE La provincia berica riguadagna terreno e sale dal 40° posto al 23°. La Sanità mantiene la sua attrattività ed è al 17° posto per la bassa emigrazione ospedaliera, con solo il 4,9% di degenti vicentini dimessi da strutture di altre regioni, contro il 32,5% di Rieti ultima in classifica e il 2,3% di Bergamo capolista. La nostra provincia è attrattiva anche per chi vuole diventare italiano, infatti il 5% degli stranieri residenti acquisisce la cittadinanza, una quota vicina a quella di un altro importante business hub come Lecco, in prima posizione con 6,4%. Non elevato anche il consumo di farmaci, che vale a Vicenza il 17° posto. Tuttavia, appare alto il ricorso agli antidepressivi con 18,8 pillole pro capite, in linea comunque con la media nazionale. Il valore peggiore è dato dalla scarsità di medici specialisti: Vicenza è centoduesima con 19,8 unità ogni 10.000 abitanti, e non brilla nemmeno per i medici di famiglia, 8,4 ogni 10.000 abitanti (75°). Spicca in negativo anche il risultato del saldo migratorio: 69° e -1,0, contro il 6,3 di Imperia pur distaccando le province del Sud, che raggiungono il -8,7 e -7,4. GIUSTIZIA E SICUREZZA La sicurezza a Vicenza aumenta. Sale al 13° posto (+4) grazie al suo basso indice di litigiosità (9°), al non elevato indice di criminalità (35°) e soprattutto all’esiguo numero di reati legati agli stupefacenti: è al 5° posto, il risultato migliore in assoluto della provincia con appena 25,1 denunce ogni 100.000 abitanti. Poche anche le estorsioni (13° e 8,9 ogni 100.000 abitanti) e limitata la mortalità negli incidenti stradali dei giovani (19°, 0,3 ogni 10.000 unità). In forte aumento invece le frodi informatiche, per le quali Vicenza cala dal 53° al 91° posto a causa dell’alto numero di denunce, 474,5 ogni 100.000 abitanti. La città maggiormente presa di mira è Gorizia con 632,9, in testa invece Barletta con 129. Per il secondo anno consecutivo diminuiscono i furti in abitazione ma il posizionamento di Vicenza resta comunque basso (86°). Nella seconda parte della classifica Vicenza si colloca anche per le rapine e il riciclaggio (rispettivamente 16,8 e 2,2 denunce ogni 100.000 abitanti), per gli esposti per inquinamento acustico e per le cause pendenti ultratriennali. CULTURA E TEMPO LIBERO Si tratta di un settore in forte sofferenza, per cui Vicenza scende al 78° posto, perdendo ben 20 posizioni. Pesa l’indicatore Sport e Covid (102°), peggiore performance in assoluto della provincia berica, con l’indice degli effetti negativi sui campionati in territorio negativo (-1,8). Nell’intera classifica gli indici appaiono negativi, ma gli effetti sono stati più miti ad Asti (-0,1) mentre la città maggiormente penalizzata è Genova (-2,1). Nelle posizioni più elevate appaiono però il patrimonio museale vicentino, 31° posto e un indice di 1,1 museo ogni 100 kmq, ma in questo caso la campionessa è Napoli, al primo posto con un indice di 34,9. Buona anche la performance del verde storico berico, al 28° posto con un indice di 1,7 per 100 mq. In testa è Monza con 29,7. I vicentini sono studiosi, infatti il 7,4% è impegnato in attività di formazione continua (32°) ma non sono gran lettori, poiché la provincia berica è al 39° posto con 19,7 copie di giornali e riviste ogni 100 abitanti. Un valore distante da quello di Trieste con 34,4. Infine, la candidata Capitale della Cultura 2024 non è fra le province che investono maggiormente in cultura: Vicenza è quarantaduesima, con una spesa di 6 euro pro-capite, uno stanziamento minimo se confrontato con i 53,3 di Trieste, e che si avvicina piuttosto all’1 di Savona pur restando vicino alla media italiana di 6,6. (fonte: Ufficio Studi della CCIAA di Vicenza)