<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Registro Imprese.

Meno unità locali ma non è un segnale di crisi

La diminuzione ha una spiegazione amministrativa

A conclusione di un anno controverso come il 2021, caratterizzato da un’eredità pesante ma anche a numero di oggettiva e straordinaria crescita, dall’analisi del numero delle unità locali attive nel territorio vicentino inserite nel Registro Imprese della Camera di Commercio arrivano indicazioni di non immediata interpretazione: formalmente, infatti, nel 2021 la provincia di Vicenza perde 710 unità locali rispetto al 2020. Cedono settori portanti come manifatturiero e commercio, ma crescono le costruzioni, le attività finanziarie e assicurative, le attività professionali, scientifiche e tecniche, e l’immobiliare. E cresce la quota delle imprese femminili, giovanili e straniere, mentre si interrompe dopo 9 anni consecutivi il calo delle imprese artigiane. Il calo è tuttavia influenzato da una “pulizia amministrativa straordinaria” degli archivi, che rende difficile capire i reali effetti della pandemia, che pure certamente hanno pesato sulle unità locali vicentine. Nel 2021 il dato complessivo è passato da 99.452 a 98.742 (-0,7%), calo comunque meno marcato rispetto al 2020, che si era chiuso con -1,7% ma anche questo dato era influenzato dalla “pulizia amministrativa” degli archivi. A suggerire che la diminuzione sia spiegabile soprattutto in termini amministrativi è anche il dato nazionale, che mostra invece un lieve aumento del +0,2% su base annua (da 7.387.231 a 7.405.527) , così come in Veneto, dove le unità locali crescono del + 0,3% (da 591.842 a 593.598). Infatti, se non si considerano le cancellazioni d’ufficio dal Registro Imprese (relative a quelle attività che non risultavano aver intrapreso alcun tipo di azione amministrativa nell’ultimo triennio), i saldi di iscrizione/cessazione delle imprese ne appaiono trasformati e volti al positivo per Italia, Veneto e Vicenza. Fa eccezione la provincia berica nel 2020, con saldo negativo di -620 (al netto delle 1.158 cancellazioni d’ufficio), parzialmente bilanciato nel 2021 con un +469 (al netto delle 1.424 nuove cancellazioni d’ufficio) e un numero di iscrizioni quasi ai livelli pre-covid. Per quanto riguarda i singoli comparti e settori produttivi, nel manifatturiero (le cui unità locali incidono per il 16,8% del totale) le unità locali appaiono ancora in diminuzione (-1,9%) sebbene in misura minore rispetto al 2020 (-2,3%). In valore assoluto si tratta di una perdita di -319 unità locali su base annua. Il calo vicentino supera sia quello nazionale (-1,2%) sia quello regionale (-1,0%) due aree dove tuttavia il settore manifatturiero ha minore incidenza rispetto alla nostra provincia. Il segmento che detiene la maggiore quota di unità locali nell’area berica è il commercio (23,0%) anch’esso in ripiegamento con 152 unità in meno rispetto al 2020 e un calo del - 0,7%, calo che raggiunge il -2,0% nella specifica divisione del commercio all’ingrosso. Nell’anno precedente, la perdita per il commercio vicentino era stata di – 640 unità e -2,7% sul settore. La sofferenza del commercio non è solo vicentina, infatti le unità locali appaiono in diminuzione nel 2021 anche in Veneto (- 0,4% e quota del 23,0%) e in Italia (-0,8% e quota del 26,0%). Nel vicentino risultano invece in crescita le unità locali legate alle attività professionali, scientifiche e tecniche, all’immobiliare e alla finanza/assicurazioni, così come lo sono le costruzioni, il tutto possibilmente trainato anche dagli incentivi statali per le ristrutturazioni. In particolare, la quota delle costruzioni copre il 12,3% e le unità in più nel 2021 sono 127 (+1,1%, contro il -2,1% del 2020). Le attività professionali, finanziarie e immobiliari detengono quote minori (rispettivamente 4,4%, 3,1% e 6,7%) ma hanno dato un’accelerata con un totale di +393 nuove unità locali, contro le +109 del 2020. Per quanto riguarda la natura giuridica delle imprese, qui il riferimento è alle sole sedi legali, la quota delle società di capitali beriche raggiunge nel 2021 il 32,2% e 25.843 in valore assoluto, un’incidenza maggiore di quella italiana (29,9%). Il peso più consistente a Vicenza è però sempre dato dalle imprese individuali con il 47,3% e 37.994 imprese, una quota inferiore a quella nazionale del 51,4%. La restante parte nel vicentino è costituita dalle società di persone (19,0% contro il 15,3% italiano) e dalle altre forme (1,6%). Nell’ultimo decennio, le società di capitali sono l’unica forma che ha conosciuto un irrobustimento, passando da 26,1% appunto a 32,2% in provincia, e da 22,7% a 29,9% in Italia. Le società di persone sono infatti calate da 21,2% nel 2011 a 19,0%, le imprese individuali da 51,0% a 47,3%. Questa tendenza alla concentrazione verso le società di capitali rappresenta un’evoluzione dell’imprenditoria italiana e soprattutto vicentina verso le forme maggiormente strutturate e solide del tessuto imprenditoriale. (fonte: Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza)